Perde alle slot, simula la rapina

Smascherato un operaio, voleva giustificarsi con la moglie. Denunciato


Giuliano Lott


ROVERETO. Si era giocato tutto alle slot machine e non sapeva come giustificarsi con la moglie. Così un operaio roveretano ha tentato la carta della disperazione: ha simulato la rapina, denunciando ai carabinieri di essere stato derubato da tre magrebini che lo avevano minacciato con un coltello. Ma i militari non gli hanno creduto. Messo alle strette, ha confessato. Domenica mattina l'uomo, 37 anni, roveretano, ha suonato alla carraia dei carabinieri. Era molto agitato. «Devo denunciare una rapina» ha spiegato al piantone. I militari l'hanno fatto entrare e lui ha iniziato il racconto. Attorno alle 10.30 sarebbe stato sorpreso tra piazza Podestà e via Portici da tre magrebini che gli avrebbero puntato un coltello alla schiena. Frugandogli nelle tasche, avrebbero trovato il portafoglio, portandoselo via.

L'operaio è stato prodigo di dettagli, fornendo persino una descrizione dei tre delinquenti, delineandone tratti somatici e abbigliamento. Però qualcosa ha iniziato a scricchiolare da subito. I carabinieri infatti hanno acquisito le riprese video delle telecamere piazzate nella zona. Dalle quali non è emerso nulla: l'obiettivo delle telecamere inquadrava solo persone che passeggiavano tranquille. A questo punto i militari hanno affrontato l'uomo con durezza, spiegandogli che proseguendo per questa strada rischiava la denuncia per simulazione di reato. Lui ha cercato di ribattere, ma gli mancavano gli argomenti. Così, dopo un pallido tentativo di sostenere un'altra volta la tesi della rapina, ha confessato. La moglie gli aveva affidato 200 euro e lui, giocatore assiduo e frequentatore delle sale da gioco, se li era perduti tentando invano la fortuna con le slot.

Passata l'euforia del gioco e rimasto senza un quattrino, si è reso conto di dover rispondere alla consorte del denaro. Non trovando alcuna giustificazione plausibile, si è inventato una storia che a suo parere poteva reggere: raccontare di essere stato rapinato. Ma per rendere la storia più credibile aveva bisogno di una pezza d'appoggio: una denuncia contro ignoti controfirmata dai carabinieri. Con quel documento in mano la moglie non avrebbe dubitato di lui.

Purtroppo non aveva tenuto conto - non poteva saperlo, del resto - delle telecamere che lo avrebbero sbugiardato. Così ora, oltre a dover spiegare alla moglie come ha perduto i soldi, dovrà anche raccontare ai giudici perchè ha mentito ai carabinieri. Malgrado la denuncia per simulazione di reato, per l'operaio non ci saranno grossi strascichi. L'aver confessato quasi subito attenua la sua posizione ed è possibile che la Procura archivi il suo caso. Dal quale però emerge una volta di più il fenomeno della dipendenza dal gioco d'azzardo.













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