Per l’Istituto d’arte una nuova «casa» all’ex Santa Chiara

L’assessore comunale Gilmozzi informa la maggioranza Una partita urbanistica per la permuta con la Provincia


di Luca Marognoli


TRENTO. Istituto d’arte all’ex Santa Chiara: l’ipotesi, di cui Comune e Provincia discutono da qualche tempo, è vicina a diventare realtà. Ne ha parlato l’assessore ai lavori pubblici di Palazzo Thun, Italo Gilmozzi, durante il vertice di maggioranza per informare i consiglieri che l’accordo è vicino. Lo scenario prospettato vedrebbe un trasloco della scuola, attualmente a Trento Nord, nel complesso oggi occupato dal Centro servizi culturali Santa Chiara, in via Santa Croce. Gli studenti potrebbero utilizzare l’ex mensa universitaria, con vista sul parco, che da anni ormai è chiusa, ma anche la vicina palestra e andare a lezione nell’edificio che attualmente ospita gli uffici del centro. Questi ultimi dovranno essere trasferiti altrove, mentre continuerà a svolgere la sua funzione l’auditorium Santa Chiara.

L’assessore Italo Gilmozzi conferma che la trattativa è in fase avanzata. «Tutto è iniziato quando la Provincia, mesi fa, ci ha chiesto l'ex Santa Chiara per collocarvi l'Istituto d'arte», spiega. «Già a fine legislatura ci siamo incontrati con il presidente della giunta Alberto Pacher e con i dirigenti degli uffici competenti per discutere delle permute. Ora ci vedremo con l’assessore Mauro Gilmozzi per vedere come procedere».

É presto per dire una parola definitiva, perché diversi aspetti devono ancora essere definiti. Tuttavia la strada intrapresa sembra definita: «Sì, è probabile che la scuola debba andare lì», si limita a dire l’assessore ai lavori pubblici, che segue la “partita” urbanistica assieme al personale tecnico del Comune oltre, naturalmente, ai membri della giunta di Palazzo Thun. «In cosa consisterà la permuta? Bisogna vedere quali saranno le aree disponibili in considerazione di quelle che possono interessare alla nostra amministrazione: è una questione di una certa complessità».

Gli sviluppi vengono seguiti con attenzione anche dall’Istituto di via Zambra e, si presume, dagli stessi studenti. Anche se il trasloco riguarderà, con grande probabilità, chi verrà dopo di loro.

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