Per i comuni sbloccati 50 milioni 

Una boccata d’ossigeno per realizzare opere pubbliche. Lo scorso anno erano 70



TRENTO. Sono una cinquantina i milioni di euro, avanzi di amministrazione del 2016, che quest’anno i Comuni potranno “sbloccare” per realizzare opere pubbliche sulla scorta degli accordi finanziari tra Provincia e Stato del 2014 in deroga al patto di stabilità. Lo scorso anno erano 70, furono usati fino all’ultimo euro e portarono a 350 appalti. Una boccata d’ossigeno, pur in anni di ristrettezze, di cui si è discusso ieri nel Consiglio delle autonomie locali, presieduto da Paride Gianmoena, presenti molti sindaci, ai quali l’assessore agli enti locali Carlo Daldoss ha illustrato la delibera che a breve arriverà in giunta provinciale per l’approvazione. Entro i primi di maggio i Comuni dovranno poi inoltrare in Provincia le richieste per poter indire le gare entro dicembre. «Certo – ha sottolineato l’assessore – essendo diminuite le risorse, come d’altra parte previsto, trovare la quadra è stato più difficile. Con tutta probabilità i Comuni più grandi potrebbero essere penalizzati ma altrimenti non ci sarebbero stati i soldi per i più piccoli. Se poi qualche amministrazione rinuncerà per qualsivoglia motivo a mettere in circolo questi soldi troveremo l’intesa su come ripartire ciò che è rimasto». Nel corso della discussione, che ha poi portato al parere favorevole dell’assemblea, non ci sono state particolari note critiche da parte dei primi cittadini ma richieste di chiarimenti. La novità, rispetto allo scorso anno, è che anche le Comunità di valle potrebbero utilizzare un paio di milioni di euro per la realizzazione di opere pubbliche sovracomunali, “ma sarà necessario un approfondimento di carattere giuridico su questa possibilità”, ha sottolineato Daldoss. In tal caso, i milioni di euro disponibili per le amministrazioni comunali scenderebbero a 48. Grossomodo la delibera che approderà tra poco all’attenzione della giunta provinciale prevede che ad ogni Comune siano “sbloccati” 200mila euro di quota fissa (lo scorso anno erano 350mila) ai quali ne vanno aggiunti 800mila, al massimo, se l’avanzo di amministrazione è superiore ai 10milioni (il che riguarda solo Trento, Rovereto e Riva del Garda). Tra i 2 e i 10 milioni di avanzo la quota variabile spettante arriverà al massimo a 300mila euro mentre sotto i 2 milioni l’iniziale proposta di 150mila è stata abbassata a 100mila. Ai Comuni che nel frattempo si sono fusi spetteranno 350mila euro se l’accorpamento ha riguardato al massimo tre municipalità; saranno invece 450mila euro oltre le tre. Soldi “sbloccati” anche per chi lo scorso anno ha rinunciato nella misura di 350mila euro a “testa” di quota fissa e una variabile oscillante tra i 500mila e i 700mila euro. Il sindaco di Besenello, Cristian Comperini, ha chiesto che ci possano essere agevolazioni nell’accesso al fondo di riserva per le opere pubbliche in caso si rinunciasse ad usare gli avanzi di amministrazione mentre quello di Campodenno, Daniele Biada ha detto che “ai Comuni che si sono fusi sono già state date “agevolazioni”, ora sarebbe il caso di prevederne per quelli che sono in difficoltà con le gestioni associate”. (pa.pi.)













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