Pensionato cade a terra e muore sulla porta di casa

Dramma ieri sera in via Falzolgher. Ezio Castelli, 83 anni, è stato trovato esanime accanto ai suoi vasi di fiori da una vicina. Cause da chiarire: infortunio o malore


Luca Marognoli


TRENTO. Pochi minuti prima la vicina di casa l’aveva visto nel suo bel giardino, seduto su una panchina al sole che stava ormai tramontando: «Buona sera, vado a prendere il bambino a scuola. Ci vediamo più tardi». Ma quando la donna è rientrata l’ha trovato riverso per terra sul retro della villetta, accanto ad alcuni vasi che probabilmente stava sistemando.

Ezio Castelli, 83 anni, pensionato, era morto a un metro dal portone della casa dove aveva abitato per una vita. Erano le sei di sera passate. La vicina ha dato subito l’allarme e in via Falzolgher 46, proprio in cima alla strada che si arrampica sulla collina residenziale di Trento e salendo tra curve a gomito si fa sempre più stretta, è arrivata poco dopo un’ambulanza di Trentino Emergenza. L’ospedale dista qualche centinaio di metri in linea d’aria e dalla partenza dal pronto soccorso alla villetta è stata questione di attimi. Ma seppur tempestivo, l’intervento è stato vano: gli operatori hanno cercato di rianimare il pensionato fino a che lo consentono i protocolli, senza però alcun risultato.

Nel frattempo erano sopraggiunti anche i carabinieri con due auto del radiomobile. Le cause del decesso non sono ancora chiare: è possibile che l’uomo sia scivolato battendo la testa come che abbia avuto un malore, oppure entrambe le cose. L’unico segno visibile era un ematoma sulla tempia, il che - secondo gli investigatori - lascia aperte diverse ipotesi, tutte da approfondire.

La tragedia si è abbattuta sulla famiglia Castelli come un fulmine a ciel sereno. Tra le prime ad avere notizia dell’incidente la moglie, Loredana Decarli, e subito dopo i due figli della coppia, che abitano per conto proprio: Vittorio, imprenditore, e Stefano, dipendente di una concessionaria d’auto. Alcuni anni fa avevano lavorato assieme in un’azienda che distribuiva macchine fotocopiatrici, in via Lavisotto.

Nulla faceva presagire che Ezio Castelli potesse avere un malore. «L’ho visto stamattina (ieri, ndr) alle 11. Ci siamo scambiati un saluto: “Ciao, ciao, come va” », dice un vicino ancora scosso dalla notizia. «Stasera ho raggiunto con l’auto la piazzola davanti a casa sua per girarmi, come sempre, e ho visto i carabinieri. Sono sceso e mi è venuto incontro uno dei figli: “Il papà...”», racconta con voce incrinata dall’emozione. «Noi abitiamo qui da vent’anni, ma loro sono qui almeno dal doppio. Ezio è sempre stato bene, che io sappia, e ne era orgoglioso. Uno sportivo: andava in bicicletta e gli piaceva curare il suo orto... Ora cercheremo di stare vicino alla famiglia».

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