Pdl commissariato poteri a Biancofiore

Nominata da Berlusconi responsabile regionale, silurato de Eccher «Nel Pdl trentino c’è chi è stato limitrofo al potere. Ora pronti per la rimonta»


di Chiara Bert


TRENTO. Michaela Biancofiore è il commisssario straordinario regionale del Pdl per il Trentino Alto Adige. La nomina - datata Arcore, 27 gennaio 2013 - è firmata da Silvio Berlusconi. Come già aveva fatto nel 2009 con la scelta di Maurizio Del Tenno coordinatore, è ancora una volta il leader a decidere sulla vita del partito. E Berlusconi ha deciso di affidarsi alla sua deputata e amazzone più fedele, «la bionda caterpillar» come la soprannominò quando la conobbe.

Il coordinatore regionale Cristano de Eccher - dopo l’esclusione dalle candidature alle politiche - deve incassare ora il commissariamento. Resta formalmente al suo posto invece il coordinatore provinciale trentino Giorgio Leonardi, eletto al congresso un anno fa. Ma l’onorevole Biancofiore, ieri a Trento per presentare i candidati alle elezioni (o meglio una piccola parte di essi, viste le tante defezioni alla conferenza stampa all’Hotel America), manda un messaggio chiarissimo: «Mi auguro di guidare questa campagna elettorale in accordo con Leonardi, anche se io ho pieni poteri su tutto, anche sul provinciale». L’aggiunta arriva a fine conferenza stampa: «Non intendo epurare nessuno, io sono sempre stata aperta a tutti. Leonardi è stato premiato con la candidatura a Rovereto e mi auguro che anche de Eccher collabori perché rappresenta un’ala importante del partito anche in vista delle elezioni provinciali». Dichiarazioni che però contrastano con quanto detto poco prima: «Abbiamo invitato tutti, anche il coordinatore regionale uscente e il coordinatore provinciale. Mi sarei aspettata di vederli. Posso comprendere lo stato d’animo di qualcuno ma non è possibile che ci siano candidati che nei giorni scorsi si sono fatti le conferenze stampa da soli. È chiaro che se vedrò dell’ostracismo nei confronti del partito, dovrò intervenire».

Biancofiore è un fiume in piena, parla per tre quarti d’ora senza quasi prendere fiato, al suo fianco i due candidati al Senato, Giacomo Bezzi e Sergio Divina, relegati a comparse. Il neo-commissario ne ha per tutti. Per chi ha gestito il partito in Trentino: «C’è stato un modo di fare politica chiuso, si sono privilegiate persone avulse dal verbo berlusconiano, lo dimostra la diaspora di consiglieri (Viola, Borga, Morandini, ndr) che non hanno portato valore aggiunto e sono stati limitrofi al potere costituito. Io ho personalmente sostenuto Leonardi ma forse c’è qualcuno che è stato il suo azionista di maggioranza (de Eccher, ndr)». Da ora in poi «sarà premiato chi lavora»: Claudia Povoli verrà nominata fiduciaria e gestirà la sede del partito, un ruolo più forte lo avrà il capogruppo in Comune a Trento Nicola Giuliano, candidato alla Camera (ieri assente giustificato), «un ragazzo a me molto vicino», sottolinea l’onorevole. Biancofiore riprende il mantra di Berlusconi: «Vogliamo compiere un altro miracolo, riportare il centrodestra ad essere maggioranza in regione». «Vogliamo liberare il Trentino dal giogo asfissiante del dellaismo che soffoca le imprese». Spara su Monti «scendiletto della signora Merkel», sul suo «governo di professorini sostenuti dalle banche», sul «Pd militarizzato», su Dellai «che ha distrutto la cornice regionale e oggi scappa a Roma». Annuncia: «Se vinceremo aboliremo l’Imu, detasseremo chi assume a tempo indeterminato e ogni scontrino si potrà detrarre». Infine presenta il candidato sul collegio di Trento del Senato, Giacomo Bezzi, «un amico con cui c’è sempre stata simpatia e intesa». L’interessato si definisce «il Balotelli trentino»: «L’ho detto a Berlusconi, anche il Pdl in Trentino come il Milan deve riprendersi». Bezzi assicura che non sarà lui il nuovo coordinatore provinciale: «Voglio aggregare, non rompere». Dichiara «interesse per l’elettorato di Grisenti, un elettorato cattolico e di amministratori locali». Spiega che farà campagna dati alla mano, parlando di lavoro e dei «soldi sperperati da Dellai e del debito di 2 miliardi della Provincia che graverà sullo sviluppo». Poi chiude con una stoccata a Panizza, suo ex compagno di partito e oggi avversario: «I libri a Roma bisogna leggerli, non regalarli».

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