Passi, i turisti «spingono» per la chiusura

Nel dibattito moderato da Beppe Severgnini a Corvara sottolineata però la carenza di collegamenti pubblici frequenti


di Fausta Slanzi


CORVARA. Il dibattito sui passi dolomitici che “Alto Adige” e “Trentino” stanno portando avanti ha avuto ieri al Rifugio Piz Boè Alpine Lounge, sopra Corvara, un assist magnifico “calciato” da Beppe Severgnini che, in “L’erba dei Ladini. Niente auto sui passi dolomitici?”, ha messo a confronto relatori di tesi opposte coinvolgendo il pubblico in un dibattito molto partecipato. Cinque minuti a Michil Costa, testimonial perfetto di una qualità di vita e ospitalità all’insegna del buon senso, lui, narratore per antonomasia, ha esposto la sua tesi di chiusura dei passi dolomitici (per qualche ora al giorno) dicendo tra l’altro “non chiudere i passi significa non avere intelligenza turistica. Il più grande ostacolo (alla chiusura) è la nostra lentezza a cercare risposte. Non dobbiamo aprire solo le corde vocali ma anche il cervello”. Stefano Illing, già presidente del Consorzio turistico Cortina d’Ampezzo, di tesi opposte ha sottolineato, nei suoi 5 minuti, come a questo tema complesso non si possa rispondere in modo semplicistico. Insistendo sull’accessibilità che deve essere garantita a tutti ha ipotizzato uno scenario futuro con più auto elettriche ma è rimasto fermamente convinto che non si debbano chiudere i passi dolomitici. Oltre 100 persone, turisti provenienti da ogni parte d'Italia per un appuntamento inserito nella rassegna “Un libro Un rifugio” ideata tredici fa da Gianna Schelotto e reso “memorabile” da Severgnini e i suoi ospiti. A supportare le tesi di Michil Costa, più di un intervento da parte del pubblico (1’ ciascuno) che in vario modo ha sottolineato come la chiusura dei passi a ore garantirà una qualità della vita superiore e così un'economia più sostenibile. Di questa opinione in particolare un giovane italiano che vive a Londra e che ha sottolineato come ”maggiore attrattività dal punto di vista della qualità dell'ospitalità renderebbe molto di più”. Di tesi coerenti con il pensiero di Illing una signora fiorentina che ha messo in rilievo il fatto che per le fasce meno agiate della popolazione venire in Dolomiti e, in particolare in Val Badia, diventi sempre più proibitivo. Tesi per altro smentite con dati alla mano dal direttore del Consorzio Turistico Alta Badia Damiano Da Punt e dal presidente Oscar Alfreider. “Se sei un motociclista serio non vai a velocità folli sui passi e usi una marmitta e tutto il resto a norma di legge. Auspico più polizia e più controlli sui passi dolomitici”, così un motociclista presente. Una coppia svizzera che da 40 anni frequenta la Val Badia ha sottolineato come la carenza, specie nella frequenza, di mezzi pubblici sia un fattore negativamente condizionante e incentivi l'utilizzo dell’auto. Beppe Severgnini in premessa ha sottolineato come sia un’opportunità persa per gli amministratori di questi territori non partecipare a incontri di questo tipo dove la gente espone il suo punto di vista: certamente ieri al Rifugio Piz Boè Alpine Lounge il 95% delle persone avevano scelto le Dolomiti per vacanza. Resta il fatto che il tema di grandissima attualità riguarda chi ci vive e lavora in Dolomiti e chi lo sceglie come destinazione di vacanza: i coupon che potete ritagliare sul giornale rimangono una buona opportunità di partecipare al dibattito.

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