Pasqua, Campiglio è (quasi) pronta

Nella località solo un terzo degli alberghi è aperto, mentre gli impianti sono in funzione. Manca un accordo tra operatori


di Elena Baiguera Beltrami


MADONNA DI CAMPIGLIO. Pasqua in montagna? Qualcuno potrebbe farci un pensierino, visto che le temperature tornano a scendere, la neve abbonda e i prezzi sono buoni.

Ma come si presenta una località come Madonna di Campiglio con una Pasqua molto alta, ma ancora attrattiva dal punto di vista dell’innevamento?

La Società Funivie garantisce l’apertura della telecabina Spinale e di tutta la zona Grostè fino al 22 aprile, mentre per quanto concerne la ricettività rimangono aperti: un hotel a 5 stelle, otto alberghi 4 stelle, dodici tra garnì e 3 stelle, una decina di residence, su un totale ricettivo di una sessantina di alberghi e una ventina tra residence e affittacamere. Anche il commerciale resiste con quasi tutti i negozi aperti, e qualche locale per il dopo cena, tranne i tre bar-pasticceria più rinomati e qualche esercizio commerciale che chiude in montagna per aprire al lago o al mare.

La maggior parte degli operatori interpellati usa il termine “resistenza” perché di fatto le prenotazioni al momento languono, tranne qualche eccezione e le aperture sono uno sforzo che spesso non paga e va ad erodere gli incassi della stagione. La situazione naturalmente non è omogenea e nemmeno le opinioni su che cosa si doveva e si poteva fare.

Qualche operatore lamenta il fatto che il comparto impiantistico, vista la situazione neve poteva sfruttare il ponte di Pasqua che comprende anche il 25 aprile. Qualcun altro riconosce che la mancanza di flussi tra il 20 marzo e il 20 aprile pesa anche sui bilanci degli impiantisti. Altri sanno per esperienza che, con una Pasqua che cade il 20 di aprile, la maggior parte dei turisti che ha intenzione di muoversi, pensa al lago o al mare. I proprietari di seconde case vorrebbero una località più viva, un po’ stile Natale o Sant’Ambrogio, con tutto, o quasi tutto aperto e funzionante. Qualche rampogna sulla desertificazione del paese nel periodo pre pasquale è arrivata sulla pagina facebook “Amici di Campiglio”, un dibattito che grazie ai social network oggi emerge, ma che non sempre riporta situazioni reali, o valutazioni oggettive.

Sullo sfondo resta comunque una parola magica sulla quale il dibattito va avanti da anni, è la destagionalizzazione. In teoria sono tutti d’accordo nel dire che sarebbe auspicabile, di fatto non si approda ad una “politica di stazione”, con un programma concordato tra operatori e turni di aperture e chiusure. Non che sia facile dopo una stagione di cinque mesi di lavoro, senza un giorno di riposo, trovare esercenti o albergatori disposti ad andare avanti e magari senza personale, per contenere i costi. Oggi rispetto a qualche anno fa qualcosa si muove, l’Apt ha già redatto lo scorso autunno una sorta di vademecum con gli esercizi aperti e le attività da poter fare in bassa stagione. Un’iniziativa che verrà replicata anche per la primavera in corso. Una cosa è certa: i turisti prenotano se ci sono attività sportive che possano sostituire lo sci ed al momento a Madonna di Campiglio sono pochissime.

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