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Parroci, trasferimenti e mega incarichi

Il record a don Toldo che avrà 19 campanili. E il vescovo rinuncia al segretario don Angeli per fargli seguire gli universitari



TRENTO. Il record è quello di un unico prete per 19 parrocchie. Ma non sono rari incarichi dalle 10 alle 15 parrocchie. Calano le vocazioni, i sacerdoti invecchiano e l’esigenza di accorpare sempre più campanili sotto un’unica guida, è inevitabile.

La chiesa trentina si prepara ad un nuovo avvicendamento di parroci e la prima novità è che lo stesso arcivescovo Tisi rinuncia al suo segretario personale don Angeli per affidargli l’incarico di assistente spirituale degli studenti universitari. Che don Lauro sia particolarmente attento alla condizione dei giovani non è un mistero, e ne ha dato segno fin dal giorno dell’ordinazione, quando si è fatto accompagnare da loro in Duomo. Ma i trasferimenti che farebbero tremare le vene dei polsi, pur sorretti dalla fede in Dio, sono quelli di preti che si troveranno a dover affrontare i fedeli di decine di parrocchie.

Il record, dicevamo, è quello di don Maurizio Toldo, che diventerà parroco dopo un anno sabbatico di tutte le frazioni del Bleggio e Lomaso e Giudicarie esteriori (ben 19), mentre don Carlo Crepaz che aveva la supervisione di tutta la val di Fiemme passerà alle 15 parrocchie dell’Alta val di Non e don Tiziano Filippi, parroco di Zambana si ritroverà a gestire le 12 parrocchie della val di Cembra.

Tra i trasferiti, anche sacerdoti che hanno incarichi di lungo corso, come il noto biblista don Piero Rattin, delegato per la Pastorale della salute e dei pellegrinaggi, che lascia dopo 34 anni la parrocchia di Sant’Apolinare per passare a reggere il santuario di Montagnaga di Piné. E don Albino Dell’Eva, colonna della pastorale della famiglia, diventerà parroco di Cavalese e delegato vescovile di Fiemme e Fassa. Sarà un impegno notevole anche quello di don Mauro Leonardelli, che era parroco dei 15 paesi dell’alta val di Non ed ora lo diventerà per un’area molto vasta a Trento Nord che comprende le parrocchie di Cristo Re, Madonna della Pace, Santissimi Cosma e Damiano della Vela alle quali si aggiungono la parrocchia dei Solteri Santissimi Sisinio, Martirio e Alessandro e Sant’Apollinare. Si tratta di un bacino che va da Piedicastello ai Solteri, da Campo Trentino alla Vela, di circa 20 mila fedeli: chiaro, non tutti praticanti, ma che dovranno vedersela con don Leonardelli, aiutato da don Luigi Facchinelli (che dal decanato di Rovereto passerà a Trento).

Oltre ai giovani, l’arcivescovo dimostra anche attenzione per i malati, incaricando don Gianfranco Innocenti cappellano all’ospedale di Rovereto. Abbiamo chiesto a don Emilio Menegol, che è stato parroco di Cristo Re per 7 anni, come si immagina la sua parrocchia associata ad un unica guida, che comprende gran parte dell’area a Trento Nord.

«La mancanza di preti - afferma - impone scelte di questo tipo. Credo che questa tendenza sia l’inizio di un nuovo cammino dove il parroco sarà sempre più supportato dai suoi fedeli. Certo, per chi si ritroverà parroco anche dei Solteri e di Sant’Apollinare non sarà una passeggiata. Penso che don Leonardelli avrà un collaboratore, scelto tra i preti in pensione, ma altre attività come visitare i malati, gestire gli oratori saranno sempre più affidate ai laici».

Un processo che era già inziato con l’arcivescovo Luigi Bressan e che pare inarrestabile. (sa.m.)

 













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