la guida delle anime

Parrocchie del centro in cerca di sacerdoti

Duomo e Santa Maria senza guida a breve. Probabile addio di monsignor Viviani al Santissimo. E resteranno sguarnite anche San Pietro e San Martino



TRENTO. Giugno è mese di vacanze scolastiche, esami di maturità e - storicamente - anche di “valzer di sacerdoti”. I giornali li chiamano così gli avvicendamenti che ogni anno la Curia trentina decide per coprire sedi rimaste vacanti, per muovere i sacerdoti affidandoli a nuove realtà pastorali o semplicemente per concedere ai preti il meritato riposo dopo lunghi anni di servizio.

Quest’anno il “valzer dei sacerdoti” rischia però di rappresentare un bel grattacapo per monsignor Bressan e per il suo vicario don Lauro Tisi (il vero deus ex machina degli spostamenti). E le parrocchie “problematiche” non sono mica piccoli presidi di paese, ma vere istituzioni della cristianità cittadina come il Duomo, le parrocchie del Santissimo, di Santa Maria e quelle di San Pietro e San Martino. Parliamo di un bacino di utenza di migliaia di fedeli che a breve rischia di trovarsi senza guida spirituale e - ancora peggio - senza un sostituto all’altezza di un compito così gravoso e delicato.

In estrema sintesi la situazione è questa. A giugno le parrocchie del Duomo e di Santa Maria Maggiore resteranno “orfane” del parroco, don Luigi Facchinelli, giunto all’età della pensione (75 anni) e pronto a ritirarsi in quel di Martignano dove ha ristrutturato casa. Il suo non sarebbe un disimpegno completo, ma certo il problema delle anime da seguire e delle chiese da organizzare rimane.

Contemporaneamente dopo poco più di un anno pare destinata al capolinea l’avventura di monsignor Giulio Viviani come amministratore parrocchiale del Santissimo. Qualcuno sussurra che il cerimoniere del vescovo non abbia saputo legare bene con una parrocchia abituata ad un’ampia autonomia nella precedente gestione. Più probabile è che si preferisca non appesantire oltre il lavoro di un sacerdote già titolare di ben dieci incarichi, come si evince dall’annuario diocesano.

Dunque, che si fa? L’idea a cui sta lavorando don Lauro Tisi è quella di una “fusione” di Duomo, Santa Maria e Santissimo in un’unica “Unità Pastorale”. Si badi, non una maxi parrocchia ma una sorta di ente intermedio tra il decanato e la parrocchia. L’esempio delle unità pastorali è diffuso sul territorio trentino e già ampiamente sperimentato a causa dell’annosa crisi delle vocazioni. Certo, sperimentare questa formula in un tessuto cittadino è tutta un’altra storia.

Altra “grana” all’attenzione della Curia trentina è rappresentata dalle parrocchie di San Pietro e San Martino che resteranno scoperte data l’intenzione di monsignor Corrado Prandi di prendersi un anno sabbatico per studiare a Gerusalemme. Unire le due parrocchie sembra escluso: 10 mila anime da curare sarebbero un impegno troppo oneroso. Il problema è che un prete preparato per gestire numeri così elevati di fedeli non è facile da trovare. Insomma, il rebus è complicato e giunge a pochi mesi dall’addio definitivo (gennaio 2016) del vescovo Bressan.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Film Festival

Lo scioglimento dei ghiacciai nella poetica del teatro trentino

La Stagione Regionale Contemporanea si conclude con “Rimaye” di AZIONIfuoriPOSTO, che stasera (3 maggio) darà spazio a un’indagine su ciò che è destinato a sparire e alla sua eredità, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali. Entrambi infatti sono modificatori di paesaggio e custodi di memorie


Claudio Libera