Parco Duca d’Aosta, il muro di sette metri abbellito dal murales 

L’autore è (in arte) Senka Semak, armato di bomboletta spray Un progetto dell’associazione Balaclava con “Street Art”


di Daniele Peretti


TRENTO. Venti bombolette e un secchio di colore per realizzare un murales lungo sette metri per tre di altezza in una settimana di lavoro. A realizzarlo sul muro dei Giardini Duca d’Aosta, rivolto verso Via Matteotti il trentino Alan in arte Senka Semak: «Ho realizzato un disegno rivolto più all’estetica, svincolato dall’intenzione di trasmettere un messaggio. La base graffito è Lettering 3d che in sostanza è un astratto figurativo che di fatto stravolge le lettere impedendone la lettura, trasformandole in immagini artistiche». Senka Semak classe 1981, dopo tre anni di scuola d’arte si è dato alla street art: «Da allora ad oggi non è cambiato molto, lo spray non viene ancora considerato uno strumento artistico». Alla base un progetto coordinato dall’associazione Balaclava e promotrice di un tavolo di discussione denominato Street Art, che in collaborazione con la cooperativa Adam ha mappato i muri liberi e adatti in città, arrivando a dividerli in due zone: una libera ed una da prenotare. Gli spazi liberi sono in Via Huber Jedin che si trova dietro allo Skatepark a Trento Sud, il Parco Duca d’Aosta in Via Matteotti, Via Filari Longhi a Ravina e in due pareti rispettivamente a nord e sud del Parco di Melta.

“Half of Fame” raggruppa invece gli spazi usufruibili solo su prenotazione: Via Dos Trento, Via dei Valoni a Povo divisa in sei lotti ed il sottopasso di Via Venezia. I moduli e tutte le indicazioni per poter usufruire di questi muri sono scaricabili dal portale Trento Giovani, dove per ogni singola possibilità, sono indicate anche le problematiche che si possono incontrare: dal muro scrostato alla presenza di corpi estranei, o della possibilità o meno della presenza di edera o erba.

Com’è stato l’impatto con la gente? « Ottimo – racconta Semak – diciamo che i graffitari sono passati dall’essere temuti all’essere graditi. Anche perché la gente osserva e quando vede che non si tratta delle solite scritte, si avvicina e si informa. E siccome l’arte non è solo espressione, ma anche dialogo e comunicazione, direi che la bomboletta abbia fatto il suo dovere. Anche perché alla vista di un muro al grezzo, crepato o abbandonato a se stesso; un disegno colorato vivacemente è decisamente preferibile».













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