il caso

Panizza lascia il Mart per andare da Fugatti

L'esponente del Patt si sgancia da Vittorio Sgarbi: andrà alla segreteria di presidenza della Regione, un "segretario-camerlengo"


Paolo Mantovan


TRENTO. Franco Panizza lascia il Mart e si sgancia da Vittorio Sgarbi dopo un periodo di alterne fortune, segnate dai periodi bui del Covid ma anche dai momenti luminosi di alcune mostre di successo. Panizza va nella segreteria di presidenza della Regione dove assumerà l’incarico di chi gestisce il protocollo e tiene il rapporto con i Comuni: ambiti che gli sono assolutamente confacenti, vista l’esperienza di una vita passata a tessere relazioni territoriali, nonché a gestire protocolli per presidenti di varia foggia, da Tretter a Dellai, da Rossi a Sgarbi.

Ora è giunto il momento di Maurizio Fugatti, che è il presidente della Regione, e che si porta Panizza in un ufficio strategico. Perché nella segreteria di presidenza, che è incardinata nel gabinetto di presidenza, non si ha a che fare semplicemente con scartoffie o con appuntamenti, date e papiri, ma con quegli appuntamenti e con quelle procedure si gestiscono delicati fili di connessione con tutti i sindaci della regione e, soprattutto, si possono intavolare rapporti diplomatici con l’Alto Adige.

Ecco, Panizza, presidente del Patt, partito autonomista “cugino” della Svp, potrebbe da questa posizione di “camerlengo” della Regione dedicarsi in modo operoso a un rilancio della istituzione regionale. Ma qui sorge subito un problema politico: perché il presidente della Provincia chiama a sé Panizza e lo porta in Regione? L’incarico è chiaramente fiduciario e, quindi, anche “politico”. E il presidente di un partito che fa il segretario-camerlengo di un presidente di Regione-Provincia nonché leader di un altro partito rimane pur sempre una cosa alquanto singolare. Più che singolare, per qualche altro esponente politico di maggioranza l’incarico a Panizza va un po’ di traverso.

Ecco perché ora sono all’opera le diplomazie interne alla maggioranza: per rendere l’operazione meno impattante, soprattutto in una fase delicata come quella di oggi, a tre mesi dal voto. C’è chi si domanda il senso di questo “avvicinamento” di Panizza. Certo è che il comando di Panizza dalla Provincia alla Regione c’è già stato, ora è atteso a giorni l’ingresso del presidente del Patt in servizio alla segreteria di presidenza, al completamento degli ultimi atti procedurali. Ma la domanda rimane assolutamente attuale. L’ipotesi era già stata messa sul tavolo almeno tre anni fa, poi non se ne fece nulla. Adesso ha un forte sapore politico. E insieme anche un sentore di precarietà, perché finendo la legislatura tutto può accadere. Ma Panizza è ottimista. E probabilmente avrà già pensato alla prossima tappa.

 













Scuola & Ricerca

In primo piano