Palestre, basta genitori in tribuna

Allenamenti, giro di vite di Asis: «Troppi rischi, nuove regole caso per caso»


Chiara Bert


TRENTO. Avviso a genitori, nonni, fratelli: da lunedì seguire dagli spalti gli allenamenti di figli e nipoti in palestra diventerà più difficile. Asis vara una stretta sulle presenze negli impianti sportivi. Ragioni di sicurezza, spiega il direttore Luciano Travaglia: «Finora abbiamo tollerato un po' troppo, si sono verificati incidenti e abbiamo in corso cause di risarcimento».

Qualche giorno fa la protesta è montata a Ravina, dove mamme e papà si sono sentiti dire che non potevano più seguire l'allenamento dei loro figli seduti in tribuna. C'è chi addirittura ha minacciato di ritirare i ragazzini dai corsi, non comprendendo il perché della decisione di vietare la presenza sugli spalti. Genitori che arrivano da Cimone e Garniga, e trovano quindi più pratico rimanere in palestra a seguire l'allenamento piuttosto che rientrare a casa e poi tornare a prendere i figli.

Ma la novità non riguarda naturalmente solo Ravina. Asis, l'azienda che gestisce gli impianti sportivi del Comune, ha infatti disposto un'analisi - palestra per palestra - per avere un quadro esatto dei rischi per gli spettatori. «Entro lunedì - spiega il direttore Luciano Travaglia - daremo disposizioni impianto per impianto su come dovranno comportarsi i custodi. Non lasceremo nessun genitore in strada, questo è sicuro».

«Il nostro compito - prosegue Travaglia - è di garantire la sicurezza di tutti, dobbiamo tutelare gli interessi di chi gioca e di chi assiste, limitando i rischi». Ma l'azienda deve evidentemente tutelare anche se stessa. Il giro di vite sulle presenze in tribuna non nasce infatti a caso, ma sull'onda di alcuni incidenti e conseguenti richieste di risarcimento danni. «Le partite sono pubblico spettacolo - spiega il direttore di Asis - e come tali sono previste specifiche responsabilità e persone addette a gestire le emergenze. Cosa ben diversa sono gli allenamenti, dove forse siamo stati fin qui un po' troppo tolleranti. Si sono verificati alcuni incidenti, quando si gioca a volley piuttosto che a basket o a hockey, è facile che la palla possa colpire qualcuno. È successo e abbiamo in corso cause di risarcimento danni, per questo abbiamo deciso di fare un'analisi delle palestre che classifichi le strutture a seconda del rischio».

Se la tribuna è sicura, distante dal campo di gioco o rialzata, «noi siamo contenti di far entrare i parenti ad assistere agli allenamenti», chiarisce il direttore. «Se invece le gradinate sono vicine al campo, il rischio per gli spettatori aumenta e dobbiamo dire no. I genitori aspetteranno i loro figli fuori dalla palestra, comunque predisporremo sale di attesa adeguate, di certo non lasceremo nessuno in strada». Ravina, chiarisce Travaglia, «è uno dei casi più favorevoli, perché le tribune sono rialzate e quindi relativamente sicure». Peggio andrà ad altre palestre, dove gli allenamenti diventeranno off limits per gli spettatori esterni: i genitori si mettano l'animo in pace, in allenamento non potranno sempre osservare da vicino i loro pargoli. Quantomeno, non rischieranno più di prendersi una pallonata in testa.













Scuola & Ricerca

In primo piano