Padre Massimo lascia i Cappuccini: «Crisi personale, non mi giudicate» 

Da anni alla guida del convento di via delle Laste. La decisione spiegata in una lettera ai volontari della mensa dei poveri: «Dopo la morte di Fra Giampietro ero come un pugile suonato»



Trento. Padre Massimo Lorandini, che da quattro anni guidava il Convento dei Cappuccini, lascia i confratelli: ha deciso di trascorrere un anno fuori dalla struttura di via delle Laste ed ha annunciato la propria scelta con una lettera ai volontari che in questi anni lo hanno aiutato a gestire la mensa dei poveri. Alla base della sofferta decisione, spiega padre Massimo, la scomparsa di Giampietro Vignandel, stroncato a marzo dal Covid 19 Padre Massimo, o Max come lo chiamano molti, è originario di Spormaggiore, ha 47 anni e aveva preso i voti dopo essersi diplomato geometra e aver iniziato a lavorare, all’età di 25 anni. Per parecchio tempo è stato di servizio ad Arco, nella pastorale giovanile, e sei anni fa era stato trasferito a Trento, dove è diventato vicario provinciale. Quattro anni fa si è trovato alla guida del convento in cui era il più giovane frate cappuccino, alla morte di padre Fabrizio Forti, nel 2016. Un compito difficile che padre Massimo è riuscito ad assolvere aiutando molte famiglie in difficoltà e tanti senzatetto a cui il convento da ospitalità alla mensa dei Cappuccini. Ai volontari, nella sua lettera di commiato, Fra Massimo ha spiegato che «dopo la morte di Gianpietro (Vignandel, ndr.) ero spaesato e svuotato, mi sono trovato a terra come un pugile pestato; rialzandomi mi ero detto che nulla sarebbe stato come prima e che non avrei lasciato andare Gianpietro senza che il suo passaggio non producesse in me un cambiamento». Da qui la necessità di un momento di riflessione, pur senza smarrire la fede. «Non vi nascondo - ha scritto ai volontari - che mi sento in colpa nell’interrompere il cammino iniziato tanti anni fa sulle orme di san Francesco e di lasciare voi in questo modo. Purtroppo una corda interiore si è spezzata e difficilmente riuscirò a rimetterla insieme; molte sono le questioni che mi mettono in discussione e prego che la luce che intravedo davanti a me si accresca sempre più e faccia germogliare la pianta di vita che mi attende». Così, ha affidato il convento a Fra Nicola e se n’è andato. «Immagino che sarà difficile per voi capire questa mia scelta e vi prego solo di non giudicarmi e di pregare per me affinché il Signore della vita mi aiuti a imboccare la strada che porta al bene» ha concluso. Su facebook, il consigliere di Futura Paolo Ghezzi lo saluta così: «Dopo padre Fabrizio, ha dato l'anima per la mensa dei poveri ai Cappuccini. La perdita di fratel Gianpietro durante la pandemia l'ha segnato. Ora si prende un anno per pensare alla propria vita. Al cammino della sua esistenza. Grazie per tutto quello che hai fatto. Per come l'hai fatto. Un abbraccio, Massimo. Buona strada».













Scuola & Ricerca

In primo piano