Padre e figlia dispersi una notte sul ghiacciaio 

Gary e Natalie, inglesi, hanno sbagliato pista: 16 ore all’addiaccio a 3.000 metri «Ho perso l’orientamento, siamo salvi perché la temperatura si è alzata nella notte»


di Sandra Mattei


TRENTO. Solo quando è arrivato in albergo, l’Hotel Orchidea di passo del Tonale, dove stava passando le vacanze con le sue due figlie, Gary Raine si è sciolto in un pianto liberatorio. L’avventura che ha passato con sua figlia Natalie, dodicenne, è di quelle che non si dimenticano: ha passato 16 ore all’addiaccio, sul ghiacciaio della Presena, a quota 3.000 metri, dopo avere sbagliato direzione, perdendo l’orientamento.

«Come abbiamo fatto a superare le notte? - risponde lui alle nostre domande - continuando a muoverci, prima con gli sci ai piedi, poi quando è diventato buio, a piedi. E quando mia figlia ha cominciato ad avere le allucinazioni, per l’inizio di congelamento, le ho chiesto cosa avrebbe voluto se fossimo tornati a casa, lei mi ha risposto che voleva tanto un gattino. Appeno torneremo a casa, è la prima cosa che farò. Se lo merita proprio. È stata molto coraggiosa e forte». Ma torniamo all’inizio di quest’avventura incredibile di Gary e Natalie, arrivati sani e salvi in albergo a bordo dell’elicottero dei soccorritori verso le 9 di ieri, dopo avere vagato sul ghiacciaio per tutta la notte. Li hanno cercati gli uomini della Guardia di Finanza di Bolzano e Tione, il soccorso alpino, i vigili del fuoco e i carabinieri di Vermiglio e Ponte di Legno, ed infine, ieri mattina li hanno individuati dall’elicottero. Giovedì l’uomo di 55 anni, appassionato sciatore di Bristol, in vacanza con le figlie, aveva in programma di salire con la cabinovia Paradiso a quota 3.000 metri per scendere dalla pista Cantiere (soprannominata Sgualdrina) tra le più apprezzate per il freeride. La più piccola delle bambine era rimasta in albergo perché influenzata ed è stata lei ad iniziare a preoccuparsi, quando nel pomeriggio di giovedì non era riuscita telefonare al papà.

«I’m “stupido” - prosegue il suo racconto Gary, alternando all’inglese qualche parola in italiano - I accidentally “sbagliato” pista e quando ho visto che la pista non era più segnata, era troppo tardi. Abbiamo trovato “a cliff”, uno strapiombo e allora ho detto a mia figlia “we have to walk ahead”, dobbiamo andare avanti, non possiamo fermarci. Ci siamo caricati gli sci in spalla ed abbiamo provato a seguire le tracce lasciate. È stato terribile, perché ad un certo punto mia figlia mi ha detto che non ce la faceva più e voleva dormire, poi mi ha detto che vedeva la nonna sulla bicicletta, sua mamma, lo zio. So che questi sono i primi segnali di ipotermia, ero molto preoccupato, perché anch’io ero allo stremo delle forze. Ma ce l’abbiamo fatta, anche perché a differenza della notte precedente, dove le temperature erano a 20 sotto zero, l’altra notte non è andata sotto i 10 gradi».

Lo conferma il titolare dell’Hotel Orchidea, Andrea Longhi, che ha dato l’allarma e si è prodigato a fare la spola dal Tonale fino al passo Presena con la motoslitta, insieme ad un amico, per aiutare i soccorritori. «Sentivo la responsabilità di dover ritrovare il padre e la sorella, alla bambina rimasta in albergo», ha detto Longhi. «Si sono salvati perché l’altra notte- aggiunge - dopo una giornata molto fredda, c’è stata un’inversione termica verso mezzanotte ed il termometro è salito dai meno 15 ai meno 6 - 7 gradi». Chiediamo a Gary se andrà ancora a sciare. «Certo, - risponde - sono un appassionato. Ora torno in Inghilterra e non potrò sciare, ma sono sempre andato all’estero, in Austria ed anche qui. Mi sono piaciute molto le vostre montagne».













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