in tribunale

Pacca sul sedere in disco: 18 mesi di condanna

L’uomo aveva toccato una donna mentre ballavano e poi l’aveva insultata e schiaffeggiata



TRENTO. Un incontro casuale sulla pista da ballo, in mezzo a tanta altra gente. Due sconosciuti che ballano, nulla di più. Ma lui decide che ci può essere altro e allunga la mano toccando, palpeggiando il sedere di lei. Violenza sessuale per il codice penale e la pesante accusa ha portato l’uomo ad essere condannato ad un anno e sei mesi. Che è il minino della pena considerate le generiche e la riduzione per la scelta rito.

I fatti risalgono a poco meno di due anni fa. La vittima è una ragazza sudamericana che quella sera aveva deciso di andare a ballare in un locale di Trento nord. Una serata allegra da trascorrere fra ritmi latino americani e tanta allegria. Fino a quando in pista non si è presentato anche lui, un marocchino di poco meno di trent’anni. I due, come detto, non si conoscono, non sono legati da nessun tipo di rapporto. E si sono casualmente ritrovati nello stesso posto, nello stesso momento. E, probabilmente senza pensarci troppo, lui decide di rendere più «fisico» il contatto con quella donna. E lo fa muovendo repentinamente la mano verso il sedere della donna e poi esitando su di esso e toccandolo.

La reazione della ragazza c’è stata ed è stata immediata. Lo ha allontanato e come reazioni lui l’ha schiaffeggiata e poi l’ha pesantemente insultata.

Questa la ricostruzione dei fatti che è stata oggetto di una denuncia da parte della donna e quindi di due distinti procedimenti giudiziari. Il primo davanti al giudice di pace per le ingiurie e le lesioni e il secondo davanti al gup.

Il primo si è concluso con la remissione della querela da parte della persona offesa dopo la proposta di un risarcimento. 500 euro per chiudere quel filone, per sanare lo schiaffo e gli insulti.

Ieri, invece, davanti al giudice per l’udienza preliminare Forlenza l’uomo - che per la difesa si è affidato all’avvocato Zeno Perinelli - si è trovato ieri mattina (ma lui non si è fisicamente presentato) per rispondere dell’accusa più pesante, quella per violenza sessuale. Un reato con diverse sfaccettature perché incorpora tutto quello che attiene alla sfera sessuale. E per il marocchino nel capo d’imputazione è stato previsto il comma tre che racchiude i cosiddetti «casi di minor gravità». È per questo che, partendo da una pena minima prevista per i reati sessuali, a 5 anni, si è arrivati alla condanna a 18 mesi.

La vicenda è quindi chiusa dal punto di vista giudiziario anche se probabilmente resterà a lungo nella memoria della donna che è stata aggredita mentre si stava semplicemente divertendo.

Un decina abbondante di anni fa aveva fatto molto discutere la condanna ad otto mesi nei confronti di un maestro di sci che era finito a giudizio con l’accusa di aver toccato il sedere di una collega che non aveva per nulla gradito. E che lo aveva denunciato. In appello, però la sentenza era stata ribaltata e aveva portato all’assoluzione dell’uomo.

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