Ottanta sub anti-violenza in acqua

A porto San Nicolò affollato “tuffo” per la campagna di Amnesty


di Giuliano Lott


RIVA. Pochissimi degli 84 iscritti hanno dato forfait: circa ottanta subacquei dei club Clandestino di Mantova, Scubalitrox e Willy Shark di Trento, Top Dive di Merano e poi anche sub da Lampedusa e Viareggio: non si sono fatti spaventare dalla temperatura sotto zero di ieri mattina e, facendo molta attenzione a non scivolare sulle lastre di ghiaccio del porto, si sono preparati per immergersi nel Garda. Troppo sentita l’occasione per rinunciarvi: era il sesto “Gommone rosa” organizzato dall’istruttore Claudio Tovani, un’iniziativa che lega la passione per la subacquea all’impegno civile contro la violenza sulle donne. Ogni partecipante ha versato un euro per finanziare la campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International. Ma ciò che è ancora più importante, ogni partecipante ha condiviso l’impegno di parlare del fenomeno, di discuterne con la propria cerchia di amici, per fare sì che si diffonda una diversa cultura tra gli uomini. Visto l’affollamento, le entrate in acqua sono state scaglionate in piccoli gruppi. Chi ha potuto, ha celebrato la giornata indossando sopra la muta un capo di core rosa: chi una t-shirt, chi dei buffi paraorecchie di pelo.

Tovani non nasconde la soddisfazione per la riuscita dell’evento: «A luglio, la prima uscita del Gommone rosa, eravamo in sei. Un mese fa a Assenza di Brenzone i partecipanti erano oltre 50 e oggi siamo un’ottantina. È una dimostrazione di grande sensibilità dei sub, una disciplina che accomuna nella passione uomini e donne, a questo tema». Mentre i curiosi guardavano dal porto rabbrividendo all’idea di entrare in acqua, i sub - tra loro molte donne -vi si sentivano a loro agio. E in effetti la temperatura del lago, circa 11 gradi, era confortevole rispetto a quella gelida della terraferma. Dopo l’immersione, al ristorante L’Ora, di fronte al porto, si è riunita la numerosa comitiva e qui Tovani ha potuto parlare in maniera più diffusa della piaga della violenza sulle donne. Un fenomeno nascosto, invisibile perché spesso negato dalle stesse vittime, disposte persino a non denunciare le lesioni del compagno o del marito pur di non essere costrette a raccontare gli abusi subìti. «Forse non cambieremo le cose, ma a non parlarne rinunciamo alla possibilità che se ne parli». Ed è indubbio che del tema ogni partecipante al “Gommone rosa” di ieri parlerà a lungo.

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