Ospedali, pazienti «in fuga» verso altri lidi

Secondo l'indagine di Ermeneia, il Trentino ha la maglia nera tra le regioni del Nord



TRENTO. Il rapporto annuale "Ospedali & Salute", realizzato da Ermeneia, la società di studi presieduta da Nadio Delai, boccia il sistema ospedaliero pubblico trentino. La nostra provincia è stata presa in esame per la prima volta quest'anno, essendo i precedenti otto rapporti annuali dedicati solo alle regioni a statuto ordinario. «Una situazione che non può essere certo considerata positiva», scrive Carlo Stefenelli, presidente di Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) del Trentino.

«In primo luogo, se confrontiamo il tasso di inefficienza del sistema ospedaliero pubblico con quello delle altre regioni del nord, constatiamo che la provincia di Trento, con il suo -32,23% (rapporto produzione/spese nette), contro una media delle regioni del Nord del -22,54%, si colloca al penultimo posto in questa "classifica dell'efficienza e dei costi" seguita, all'ultimo posto, dalla provincia di Bolzano (-36,50%). Ma, in secondo luogo, il dato più preoccupante riguarda la mobilità interregionale, dove la provincia di Trento indossa purtroppo la "maglia nera" presentando, nel confronto con le altre regioni del nord e con la stessa provincia di Bolzano, il più basso "indice di attrazione" per pazienti di provenienza extraprovinciale ed il più alto "indice di fuga" per pazienti trentini che cercano cure altrove.

Il costo annuo per i bilanci provinciali di questa "fuga di pazienti" è pari a 16.850.000 euro mentre, per fare un confronto con le regioni più vicine e con la stessa provincia di Bolzano, le altre regioni del nord, esclusa la Liguria, "attraggono" pazienti extraregionali con introiti, a beneficio dei rispettivi bilanci, che vanno da un minimo di 7.670.000 euro per la provincia di Bolzano ad un massimo di 442.910.000 per la regione Lombardia. Si deve peraltro sottolineare che se non esistessero le case di cura che, soprattutto nel settore della riabilitazione e della lungodegenza, attraggono una cospicua quota di pazienti extraprovinciali, il passivo sarebbe ben più pesante». Per Stefenelli «appare piuttosto assurda la scelta operata a suo tempo dalla Provincia di Trento e sinora mai modificata, di porre un "tetto economico" alle case di cura private accreditate nell'accoglimento di pazienti di provenienza extraprovinciale, tetto che le regioni limitrofe hanno da tempo rimosso sostituendolo anzi con "incentivi alla mobilità"».













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