Ospedale di Borgo, 14 mila firme a sostegno

Le richieste: chirurgia h24 nel weekend e potenziamento del pronto soccorso



TRENTO. Borgo, oltre 14.000 firme a sostegno dell’ospedale. Se ne riparlerà ancora in quarta commissione. Il primo documento esaminato oggi, in presenza del sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, del Presidente della Comunità di valle Bassa Valsugana Sandro Dandrea e dell’assessora alla Salute Donata Borgonovo Re, ha riguardato il depotenziamento dell’ospedale di Borgo Valsugana. L’argomento ha suscitato un confronto molto pacato e interessante, al punto che i commissari e gli auditi hanno deciso di farlo oggetto di un prossimo incontro per permettere un approfondimento che i tempi odierni non hanno consentito. Sandro Dandrea ha precisato che la raccolta firme nasce dagli amministratori ed è partita dal territorio. Su 21 Comuni e 27.000 abitanti nella Bassa Valsugana, sono state raccolte 14.175 firme: praticamente un plebiscito. Quello che si chiede è una politica chiara, concreta e con una precisa definizione del ruolo della popolazione e delle amministrazioni locali: “da qui parte ogni considerazione perché altrimenti le responsabilità si rimpallano solo tra chi può parlare, ma non ha strumenti per decidere”. Il Consiglio provinciale deve farsi carico personalmente senza delegare ai tecnici le scelte strategiche per il Trentino. Nel merito: privare dei servizi i territori periferici significa impoverire e non garantire equità, distinguendo di fatto tra cittadini di serie A e B. Siamo l’unico territorio del Trentino che di notte, nel weekend non ha una sala operatoria aperta e i nostri cittadini si sentono discriminati, L’elicottero non vola tutti i giorni (almeno per 60 giorni all’anno non è nelle condizioni di farlo) e non c’è chiarezza su cosa possa accadere nei casi in cui l’elicottero non sia nelle condizioni di atterrare. Il sindaco Fabio Dalledonne ha espresso dispiacere e preoccupazione per la crescente perdita di servizi e qualità che riguarda l’ospedale. E’ difficile spiegare ai cittadini che presso l’ospedale non si possono trovare tutti i servizi, ma soprattutto è difficile giustificare un impoverimento che sta toccando le coscienze di tutti. Vorremmo equità di trattamento, ha detto, perché Borgo appare un livello di sperimentazione proprio nella direzione dell’impoverimento, ha aggiunto definendo l’ospedale anche un simbolo per il territorio. Il percorso pre e post parto che secondo il protocollo firmato in occasione della chiusura del punto nascite, è rimasto lettera morta. E allora ecco le richieste: chirurgia h24 (il sabato e la domenica c’è il chirurgo, ma non la sala operatoria), il potenziamento del pronto soccorso con la medicalizzazione, il completamento della pianta organica del reparto di ortopedia (mancano due professionisti), che si sostituisca il personale cessato, in particolare di anestesia e rianimazione. “Chiediamo di essere coinvolti”, ha proseguito Dalledonne, “ovvero che si apra un confronto chiaro con informazioni certe anche sul processo di ristrutturazione di cui si parla da troppo tempo senza che intervenga nessuna azione concreta”. Teniamo all’ospedale, comprendiamo le logiche di razionalizzazione, ma l’ospedale di Borgo potrebbe servire anche le aree del Tesino (che si rivolgono sciaguratamente troppo spesso a Feltre): “rivendichiamo per Borgo un ospedale completo. Il nostro territorio ha già pagato un prezzo altissimo sul fronte ambientale e le tematiche sanitarie sono strettamente correlate a quelle ambientali”, ha concluso. L'assessora Donata Borgonovo Re ha esordito dicendo di preferire parlare di ospedali territoriali e non periferici, all’interno di un sistema di “rete”. “Siamo passati da una gestione del territorio in cui il singolo ospedale non è in grado di rispondere a tutte le domande di salute che i cittadini ci chiedono”, ha chiarito. Un campo tecnicamente specializzato che non può essere replicato, non si farebbe il bene dei cittadini. C’è una domanda di qualità e specializzazione tale che travalica la dimensione geografica. Oggi è importante sottolineare che ci troviamo nella necessità tecnica di organizzare i servizi sanitari distinguendo tra servizi di prossimità (più vicini ai cittadini, per rispondere alle esigenze più diffuse ed immediate) e servizi di eccellenza (odontoiatria a Borgo per esempio, che funge da punto di riferimento non solo per la provincia di Trento). Questo è la rete: garantire adeguata funzionalità per i servizi di prossimità in base al bacino d’utenza dei singoli territori e ivi individuare e concentrare delle eccellenze “storiche”. Borgonovo Re ha concluso dicendo che quella tra la politica ed i tecnici è un’alleanza: la politica, cioè, non abdica sui contenuti. Seguirà un altro incontro sull’argomento per chiarire meglio ed approfondire.













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