ANIMALI

Orso, pare di essere tornati all’Ottocento: l’epoca delle taglie

L’uccisione di una femmina era ricompensata con 40 fiorini. E ora il consiglio provinciale vota pure la sterilizzazione


di Andrea Selva


TRENTO. Altro che convivenza tra uomini e plantigradi. Con la mozione del consiglio provinciale che sostiene la riduzione degli orsi (anche attraverso la sterilizzazione e l’abbattimento) pare di essere tornati a 200 anni fa, quando il governatore austriaco a Venezia - il conte Pietro di Goëss - stabiliva una serie di premi per l’abbattimento delle bestie feroci.

In cima alla lista c’era - guarda un po’ - l’orsa, considerata il nemico principale degli abitanti delle Dolomiti, ancora più dell’orso che, secondo il governatore, valeva 10 fiorini in meno: 40 per le femmine, 30 per i maschi. A seguire la lupa (25 fiorini), il lupo (20 fiorini) e infine gli orsacchiotti e i lupacchiotti (di età inferiore a un anno) che venivano ricompensati con una decina di fiorini. Per ottenere il denaro bisognava produrre le prove dell’uccisione delle bestie.

Era il febbraio del 1818 e sulle Alpi era stata dichiarata la lotta alle “fiere” che minacciavano l’uomo, ma soprattutto il suo bestiame. Questo era il punto: nemmeno l’uccisione di una pecora era accettabile per le comunità di montagna che vivevano di stenti. Quanto alla paura, risulta dalle cronache dell’epoca che due ragazze di Rabbi, in un 17 maggio di fine Ottocento, uccisero un orso a sassate nei pressi di Malé: ragazze coraggiose che di cognome facevano Misseroni e Magron.

Va precisato che il governatore di Venezia all’epoca del Lombardo–Veneto aveva giurisdizione fino ai versanti delle Dolomiti bellunesi. Ma anche in Trentino la caccia all’orso era entrata nel vivo. Di orsi dovevano essercene in giro parecchi se in soli sei anni - dal 1880 al 1886 - nei boschi di Vermiglio (in valle di Sole) ne vennero uccisi addirittura 34. C’erano cacciatori che passarono alla storia, come il signor Domenico Ramponi di Carciato, responsabile da solo dell’uccisione di 49 orsi nell’arco di vent’anni. Senza contare i plantigradi che uccise assieme ad altri cacciatori.

Nel Novecento il numero di abbattimenti diminuisce drasticamente, anche perché - dopo il 1930 - in Trentino di orsi ne erano rimasti pochi e cominciarono a essere protetti. Negli anni Novanta - prima dell’arrivo degli orsi sloveni - c’era qualche prova che documentava la presenza di un esemplare. Poi la storia è ripartita con l’arrivo degli orsi sloveni e l’altro giorno i consiglieri provinciali hanno votato l’abbattimento o la sterilizzazione delle bestie per diminuire il loro numero. Deciderà comunque Roma. Sono passati 200 anni da quando il governatore autorizzava l’abbattimento delle fiere e il Trentino di montagna è molto più frequentato. Ma sul fronte della convivenza con questi animali non è cambiato nulla.













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