AMBIENTE E FAUNA

Orso: «Fino a cento esemplari in Trentino»

Le associazioni animaliste rassicurano: «Siamo alla soglia minima». No alle pistole nei boschi: «Se avete paura siamo disposti ad accompagnarvi noi»


di Vittoria Brolis


TRENTO. L'orso ha trovato degli alleati in questa lotta contro la paura. Secondo i portavoce delle maggiori associazioni animaliste, ieri in conferenza stampa, ciò che in questi mesi si sta dicendo è puro allarmismo e sta creando solo panico. L’unica arma possibile contro queste fobie: una corretta informazione.

«Quando il progetto Life Ursus è stato approvato, il 70% della popolazione era favorevole al reinserimento di questa specie in Trentino», spiega Francesco Mongioì del Comitato per l'orso Trentino-Alto Adige. «Ma adesso anche chi non aveva paura, teme di veder spuntare l’orso da dietro l’angolo e di essere attaccato».

Una battaglia tutta in salita per le nove associazioni che hanno fatto fronte comune per fare in modo che non si rischi di veder scomparire o ridurre drasticamente il numero dei plantigradi sul suolo trentino.

«Non c’è nessuna motivazione scientifica che preveda un calo del numero di orsi presenti sul nostro territorio», prosegue Mongoì. «Adesso sono stati registrati 50-60 orsi in provincia: così abbiamo raggiunto il numero minimo necessario al nostro ecosistema. In Trentino si può raggiungere un livello di presenze anche di 100 orsi. Arrivati a questo limite, la natura provvederà a equilibrarsi da sola, tra morti e nascite e con emigrazioni in altri territori». Tanti i fondi provinciali spesi per questo progetto di rivalorizzazione dell’ambiente, ma non abbastanza per l'informazione e la formazione.

«L'uomo e l'orso convivono da sempre», concorda Simone Stefani di Lav, lega anti vivisezione. «La Provincia non ha investito evidentemente a sufficienza per responsabilizzare chi vive in un territorio ad alta presenza di questi bipedi e per i turisti che vengono da fuori regione. Nel progetto Life Ursus era previsto anche un centro di referenza scientifica che avrebbe potuto dimostrare l’effettivo comportamento dell’animale e placare questo diffuso senso di angoscia ingiustificata, ma non è stato realizzato».

Numerosi i contatti presi per colmare questa lacuna. «Abbiamo scritto all'assessore Dallapiccola affinché vengano stampati 40.000 pieghevoli sul comportamento da mantenere in presenza dell'orso e poi provvederemo noi a diffonderli sul territorio» conclude Mongoì. «Siamo anche disposti ad accompagnare chi lo richieda. Non è necessario, anzi è da irresponsabili, girare armati, per di più se non si è autorizzati. Questo crea solo paura, immotivata. L'orso infatti attacca solo quanto viene colto di sorpresa e minacciato».













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