«Nuova sinistra per superare i populismi» 

Il convegno dedicato a Langer, pensando alle provinciali: tra linguaggi da imparare, critiche al Pd e richiami all’unità


di Paolo Morando


TRENTO. Lo spunto era preciso: rievocare la straordinaria esperienza della lista Nuova Sinistra/Neue Linke, che alle elezioni regionali del 1978 scardinò per la prima volta in Trentino la maggioranza assoluta della Dc, portando all’elezione di Sandro Canestrini e del compianto Alexander Langer in Alto Adige. Ma l’obiettivo era anche, se non soprattutto, avviare una discussione sulla sinistra oggi, che a pochi mesi dall’appuntamento elettorale provinciale non gode esattamente di buona salute. E così il convegno organizzato ieri al Centro culturale Santa Chiara da Fabio Valcanover, storico esponente radicale, ha offerto da un lato le testimonianze di nomi importanti della Rosa nel pugno, come Gianfranco Spadaccia e Paolo Vigevano, fondatore di Radio radicale. Dall’altro, ecco alternarsi al microfono anime diverse della variegata sinistra locale, a interrogarsi sul classico “che fare” in un Trentino non immune, lo si è visto, dall’avanzare della Lega.

Il quadro lo ha delineato Marco Boato: sbagliato dire che la classica contrapposizione destra/sinistra non esiste più, ma ora anche qui prevalgono nuovi paradigmi (sistema/antisistema, inclusione/esclusione, garantiti/non garantiti, sovranismo/europeismo, politica/antipolitica), che la sinistra non ha ancora imparato a maneggiare efficacemente. «Siamo all’anno zero» ha detto invece Piergiorgio Cattani, che ha parlato di “chiese vuote” (chiese politiche: quella cattolica, quella ex comunista ma anche quella laica, radicale, verde e socialista), rilanciando l’intuizione radicale del 1978 di una “nuova sinistra” da declinare in un’aggregazione che vada dai radicali ora in +Europa fino a Liberi e Uguali, «passando per ogni fuoriuscito, per ogni “dentroentrato”, per gli arrabbiati e i delusi». Ma attenzione: «Non si tratta di mettere insieme tutti quelli che non sono dentro il Pd, ma di una sintesi aperta al futuro». E al Pd ha fatto riferimento anche Mario Raffaelli, alla sua «carenza di analisi sul tema del sovranismo», in un momento in cui «la stella polare deve rimanere l’Europa, anzi, più Europa». E senza dimenticare che fu proprio il Trentino, in un convegno dell’allora Psi “lombardiano”, a rilanciare l’alternativa di sinistra in pieno compromesso storico.

E il Pd dunque? Per Elisabetta Bozzarelli la risposta ai populismi non può che passare dal tema del lavoro, perché se «la sinistra nasce per creare uguaglianza», allora «il lavoro rimane il cuore della questione, tanto più con la rivoluzione digitale in atto che cambierà sempre di più forma e sostanza dei lavori, esponendo le persone a fragilità e precarietà a cui si deve rispondere con una nuova stagione di diritti e tutele». E a fondo sala, ad ascoltare tutti, uno che di sinistra proprio non è: Roberto De Laurentis, a prendere appunti per la sua lista civica Tre, la prima a presentarsi in vista del voto del 21 ottobre. Nei prossimi giorni tutto sarà consultabile sul sito di Radio radicale.

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