Nuora al freddo, suocero condannato
Accusato di stalking ha patteggiato 5 mesi. Ieri davanti al giudice anche il figlio e come parte lesa c’era sempre la donna
VAL DI FIEMME. Udienze di famiglia le due che si sono svolte ieri mattina davanti al giudice Borrelli. In entrambe le cause, infatti, la parte lesa era una giovane donna e gli imputati erano rispettivamente l’ex suocero e l’ex marito. Accuse diverse ma con un punto comune: entrambi avrebbero fatto in modo che la donna restasse al freddo, senza riscaldamento. Ed entrambi hanno scelto la strada del patteggiamento. Quasi due cause in una che raccontano uno spaccato di vita famigliare molto difficile. Tanto che è stato necessario l’intervento di un giudice per cercare di sistemare le cose e se mai fosse possibile riportare la tranquillità.
Per raccontare questa storia partiamo dagli episodi più pesanti, ossia quelli che hanno portato la magistratura a configuare il reato di stalking per l’ex suocero. Quest’utimo avrebbe messo in atto una serie di comportamenti che avrebbero provocato nella donna uno stato perdurante di ansia e di timore sia per la propria incolumità che per quella della figlia.
In che modo? Avrebbe apostrofato al donna in maniera pesante con anche minacce (decisamente poco velate ma forse dovute a momenti di rabbia) di morte. In un’occasione l’avrebbe anche strattonata tanto da costringerla a rivolgersi ai sanitari per essere curata. Non solo. I due vivevano vicini e l’uomo avrebbe usato questa vicinanza per infastidirla ulteriormente. Avrebbe bussato più volte a tarda notte alla sua porta insultandola e in un’occasione avrebbe buttato l’immondizia sul pianerottolo. In un’altra occasione l’avrebbe anche spinta - mentre tornava a casa con la spesa - per farla cadere sulle scale.
Il suo atteggiamento intimidatorio avrebbe anche creato uno stato di ansia e di paura nell’animo della sua nipotina, una bambina.
Insomma una serie di episodi (diluiti nel corso di circa un anno) che avevano portato la donna a denunciare l’ex suocero. Ieri l’udienza si è conclusa con il patteggiamento dell’uomo e cinque mesi (pena sospesa) e al pagamento delle spese legali. La stessa strada è stata seguita anche da figlio dell’uomo, e quindi ex marito della parte lesa, che si è trovato davanti al giudice perché accusato di aver volontariamente nascosto le chiavi del locale caldaia alla moglie. Una scelta, la sua che avrebbe di fatto impedito alla donna di accendere il riscaldamento e l’avrebbe quindi costretta a vivere al freddo. Fra le accuse a carico del padre c’era anche un episodio simile, ossia le avrebbe spento volontariamente la caldaia impedendole di poterla riaccendere. Come detto anche il figlio ha patteggiato 20 giorni di reclusione con la sospensione della pena e la non menzione.
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