valsugana

Nucleo Alzheimer per 10 malati a Borgo

Presentato in casa di riposo lo spazio realizzato dall’Apsp solo con proprie risorse: «Risponde ai bisogni del territorio»


di Marika Caumo


BORGO. Aprirà lunedì il “Nucleo gravi demenze” alla Apsp S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia, il primo in Valsugana. Un nucleo che nasce con l’intento di dare una concreta risposta ad un problema in costante divenire, quello della malattia di Alzheimer e delle altre demenze. «La progettazione del nucleo è un obiettivo del Cda che nasce dalla modifica dell'utenza della struttura a partire dal 2014: una diminuzione di utenti con problemi di tipo sanitario e un aumento di quelli con problemi comportamentali», spiega la direttrice Anna Corradini.

L'orientamento dell'Apsp è quello di limitare le contenzioni (fisiche e farmacologiche), scese negli ultimi anni dal 60 al 25%. Ecco quindi l'idea di uno spazio creato per persone con queste patologie. «L'incremento di utenti con demenze gravi è un emergenza recente- precisa il presidente Mario Dalsasso -. Avevamo già pensato a un centro Alzheimer a piano terra qualche anno fa, poi abbiamo dovuto metterlo da parte rispondendo a un’altra esigenza impellente e creando la Casa di soggiorno Arcobaleno. Ora l'abbiamo ripreso: il nucleo è una tutela per l'utente, le famiglie e gli operatori, ma anche per gli altri ospiti dell'Apsp. Offre una migliore qualità di vita e la flessibilità di cui queste persone hanno bisogno. Il costo? 145mila euro, senza nessun contributo provinciale».

Da oltre un anno è stato costituito un gruppo di lavoro, con un pull di consulenti esterni psicologi, medici e architetti. Si è lavorato su personale, ambiente e organizzazione. La sua realizzazione rispetta i criteri previsti dal Piano provinciale demenze, che definisce i nuclei come luoghi residenziali socio-assistenziali per ospitalità temporanea, finalizzati al trattamento intensivo di pazienti con demenza. I 10 posti letto di cui dispone possono accogliere anche pazienti provenienti dal proprio domicilio (anche per un periodo di sollievo). Si partirà con 7 ospiti della Apsp, un letto sarà lasciato sempre libero per le emergenze che possono arrivare dall'esterno, dal territorio. «Con l'Azienda sanitaria e i nostri psicologi abbiamo condiviso i criteri di ingresso e dismissione dal nucleo», precisa la direttrice.

«E' un luogo di accoglienza temporanea, che offre un ambiente relazionale favorevole e risponde ad una fase della malattia, acuta e difficile da gestire in casa o in casa di riposo. Ci sarà una costante supervisione dall'interno e dall'esterno per verificare l'efficacia degli interventi proposti e identificare il momento in cui, con la stabilizzazione e il venir meno del disturbo, l'utente potrà uscire dal nucleo», spiegano Tiziano Gomiero e Alessio Pichler. Maggior benessere e sicurezza per l'ospite, minore disagio gestionale per famiglie e Rsa, questi gli obiettivi. «Per quanto riguarda il personale impiegato nel nucleo, sono dipendenti che hanno dato un’adesione volontaria a un percorso formativo mirato, cominciato ad ottobre e che proseguirà. A lungo termine l'obiettivo è portare tutto il personale a gestire questo tipo di demenze», aggiunge Dalsasso, ribadendo la flessibilità dell'organizzazione, con gli interventi assistenziali e sociali che si adatteranno al paziente.

«Questo nucleo è una risposta ai bisogni del territorio. Io sono contrario ad avere in valle sei case di riposo tutte uguali, che danno un identica offerta. Per me ognuna deve sviluppare un concetto e mettersi in rete, dando così risposte diversificate alle esigenze», conclude il presidente.













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