il caso

«Non sei fascista? Ti sfilo gli anfibi». Ventenne arrestato

È accusato di rapina aggravata per aver tolto i Dr Martens ad un coetaneo. Passerà Natale e Capodanno ai domiciliari


di Paolo Tagliente


TRENTO. Natale e anche capodanno a casa, per un ventiduenne di Baselga di Pinè, arrestato pochi giorni con la pesantissima accusa di rapina aggravata nei confronti di un ventenne residente a Pergine. Dell’episodio avevamo dato notizia qualche giorno fa, ma solo ora si scopre che il motivo per cui il ragazzo ha derubato delle scarpe il quasi coetaneo è politico. O pseudo tale. Sì, perché non si trattava di scarpe qualunque, ma di un paio di anfibi Dr Martens, fino a qualche anno fa icona dell’estrema destra. Ci sono capi d’abbigliamento, infatti, che al tempo dell’impegno politico identificavano l’area a cui apparteneva chi li indossava: l’eskimo, il bomber o gli stessi Dr Martens dicevano subito come la pensava il proprietario. Con il passare del tempo, per fortuna, hanno in gran parte perso il loro valore politico, ma può bastare il clima festaiolo e qualche caraffa di birra, però, per far sì che qualcuno ne rispolveri simbolismo e appartenenza ideologiche. È quanto accaduto il 26 ottobre scorso, in piena notte: in un locale della Valsugana sono in corso cinque feste di laurea e ci sono tantissimi ragazzi. Tra loro ce n’è uno di vent’anni, residente a Pergine, che indossa un paio di Dr Martens neri e che, ad un certo punto della serata, viene avvicinato da un ventiduenne residente a Baselga di Pinè. Quest’ultimo invita l’altro ad uscire con la scusa di dovergli parlare, ma una volta fuori, chiede spiegazioni sugli anfibi al ventenne - “sei camerata?”, “sei antifascista?” -, invitandolo anche a battersi con lui. Di contro, l’aggredito rifiuta la sfida, spiega che di recente ha subito un’operazione alla bocca e che non vuole fare a pugni. In tutta risposta, viene colpito al volto e poi inseguito fino alla macchina, dove aveva cercato rifugio. Lì, l’aggressore, insieme ad un altro giovane, riesce a spingerlo sul cofano di un’auto e, afferratolo, a sfilargli gli anfibi. L’aggressore, soddisfatto, rientra nel locale con il trofeo, lasciando scalzo il ventenne che, scosso, denuncia quanto accaduto ai carabinieri. Partono le indagini e l’autore della rapina viene identificato. La denuncia finisce poi sul tavolo del sostituto procuratore Licia Scagliarini i. 19 dicembre chiede e ottiene dal Gip la custodia cautelare ai domiciliari per il ventiduenne di Baselga di Pinè, accusato di rapina aggravata. «Misura spropositata – commenta il legale del ragazzo, l’avvocato Stefano Pietro Galli – anche perché alla base dell’episodio ci sono goliardia e nonnismo, gravi e inopportuni certo, ma non la volontà di rapinare. Per questo – continua Galli – spero che il Tribunale del riesame accolga la mia istanza di revoca della misura cautelare. Durante quella festa, il mio assistito, notati alcuni ragazzi con anfibi e stemmi tricolori sui giubbotti, si è avvicinato credendo fossero della sua area politica. L’atteggiamento degli altri, però, è stato assai freddo e il ventiduenne, che aveva bevuto , ha sfidato uno di loro. Lo ha colpito con un buffetto, e non con un pugno dato che non vi sono segni di lesioni, e quanto agli anfibi è vero che ha avuto la pessima idea di sfilarli all’altro giovane, ma dopo averli portati nel locale come trofeo, era uscito per restituirglieli. Il ragazzo, però, se n’era già andato. Lui ha chiesto in giro se qualcuno conosceva il proprietario senza però riuscire a conoscerne il nome. Perché non li ha portati ai carabinieri, come avrebbe dovuto fare? Semplicemente perché, il giorno dopo, ha realizzato d’aver fatto uno stupidaggine e temeva di finire nei guai. Comunque, a conferma che di rapina non si trattava, quando i militari dell’Arma si sono presentati da lui, ha subito consegnato gli anfibi. Ha fatto una stupidaggine, non c’è dubbio, ma da qui a chiamarla rapina ne corre».

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