Trento

Non cerchi lavoro? Allora perdi il sussidio

Giro di vite della Provincia sul reddito di garanzia.Borse di studio, incentivi per gli studenti trentini anche fuori sede


di Chiara Bert


TRENTO. Il pensiero corre alla storia di Daniel Blake dell’ultimo film di Ken Loach: ma se il regista inglese mette sotto accusa le contraddizioni, e insieme la spietatezza, del sistema di welfare, anche in Trentino la ricerca attiva di un lavoro diventerà condizione necessaria per ottenere il sussidio pubblico della Provincia. Lo stabilisce una norma della legge di stabilità 2017 approvata venerdì dalla giunta Rossi insieme al bilancio e alla legge collegata, che oggi saranno presentati alla maggioranza.

Oggi chi beneficia del reddito di garanzia - primo tentativo nazionale di istituire un assegno universale per chi sta sotto la soglia di povertà e che vale circa 14 milioni all'anno sul bilancio provinciale - può perderlo se non rispetta l’impegno assunto sottoscrivendo il patto di servizio di svolgere attività di volontariato o di cittadinanza attiva. La novità è che l’assegno potrà essere interrotto per un periodo proporzionato alla gravità del mancato rispetto dell’impegno.

Assegno unico. Dal 2018 anche il reddito di garanzia confluirà nell’assegno unico provinciale insieme a tutti gli altri interventi a sostegno delle famiglie che oggi vengono erogati dalla Provincia (contributo alle famiglie numerose, assegno di cura, assegni integrativi per gli invalidi, integrazione al canone), dalle Comunità di valle (assegni al nucleo familiare e assegni di maternità), dallo Stato (sostegno di inclusione attiva) e dalla Regione (assegno al nucleo familiare). Un sistema complesso che non assicura un’equa concessione degli aiuti in relazione agli effettivi bisogni dei beneficiari, perché i criteri di valutazione e di accesso sono differenziati e si verificano così casi di sovrapposizione non giustificati, oltre al fatto che spesso i richiedenti sono costretti a più adempimenti burocratici.

L’assegno unico punta a semplificare il quadro e terrà conto della condizione economica del nucleo familiare, dei bisogni e dei benefici anche fiscali che la famiglia riceve dai vari enti pubblici. La Provincia intende inoltre trasformare progressivamente una parte degli assegni in voucher per l’accesso ai servizi come trasporti e mensa scolastica. Non solo: per rafforzare il sistema dei controlli, la Finanziaria introduce anche, presso l’Agenzia per l’assistenza e la previdenza integrativa, un archivio delle prestazioni sociali e familiari per favorire lo scambio di dati.

Universitari trentini, più borse di studio. La legge di stabilità cambia la tassazione provinciale per il diritto allo studio: dall’anno accademico 2017-2018 si passerà da un importo fisso a un’articolazione in tre fasce (importo massimo 140 euro). L’altra novità riguarda gli universitari trentini: di fronte al calo di iscrizioni, anche recentemente ricordato con preoccupazione dal governatore, la proposta consentirà di erogare borse di studio agli studenti trentini che frequentano, fuori sede, anche corsi attivati all’ateneo di Trento.

Mutui da rinegoziare. La Provincia punta a incentivare la portabilità dei mutui agevolati nel caso in cui una banca non accetti la riduzione dei tassi di interesse proposta dalla Provincia con la rinegoziazione attivata nel 2016: il mutuatario potrà spostare il mutuo in una banca convenzionata che ha aderito al patto. Per il 2017 inoltre i contributi per il recupero e la riqualificazione energetica vengono estesi a tutti gli immobili (non solo case di abitazione) che beneficiano degli ecobonus statali.

Incentivi alle start-up. Nuove regole per gli aiuti ai costi di avviamento delle start-up: saranno considerate le imprese costituite da non più di sei mesi, invece dei 24 mesi attuali, questo - spiega la giunta nella relazione - «per sostenere le nuove aziende più gravate da costi di avvio e difficoltà di accesso al credito». Vengono sostenute le spese fino a 5 anni dalla costituzione della start-up.

Un’altra novità riguarda le aree produttive che la Provincia cede in proprietà a un’impresa: il vincolo di destinazione sull’area si riduce da 20 a 12 anni, considerato il contesto economico di bassa domanda e la necessità di flessibilità chiesta dalle aziende. «Allineiamo il vincolo previsto negli incentivi, massimo 10 anni, a quello di continuità produttiva sull’area ceduta», spiega l’assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi.

Rifiuti. Nel 2017, con un’intesa con il Consiglio delle autonomie, sarà approvato il nuovo modello trentino della tariffa rifiuti (che peserà il rifiuto residuo). Nella Finanziaria, infine, la Provincia ha anche attribuito ai Comuni la competenza sulle sanzioni per chi abbandona in strada mozziconi di sigaretta o piccoli rifiuti.

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