«Non è un addio perché sarete sempre con me» 

Lo straziante saluto del figlio di Ivan Savio e Silvia Zanella, i due motociclisti di Schio vittime del pauroso schianto di sabato pomeriggio a Moena



MOENA. «Non sarà mai un addio perché sarete sempre con me. Siete stati i genitore migliori del mondo. Mi avete condotto nella dritta via e mi mancate tantissimo. Angeli miei ora lassù mi raccomando viaggiate il più possibile e, mi raccomando, andate piano. Bikers strana meravigliosa gente sempre. Vi voglio bene. Ivan e Silvia». Li ha voluti salutare così, con un post su Facebook, Michael Savio, il figlio di Ivan Savio e Silvia Zanella, i due motociclisti di 49 anni residenti a Schio morti l’altra sera a Moena dopo essersi scontrati con un Suv Touareg che stava andando verso l’hotel Foresta. Un post che racconta l’amore di una famiglia unita dall’amore per le moto e da quello per i viaggi, come dimostrano le tante fotografie postate anche da Ivan e Silvia sulle rispettive pagine di Facebook. Venivano spesso in Trentino, Ivan e Silvia. Le foto mostrano gite in moto a Canazei e sulle Dolomiti, ma anche gite domenicali un po’ ovunque.

Erano sposati da 26 anni Ivan e Silvia. Lui operaio e lei casalinga, Viaggiavano in sella alla loro moto Yamaha quando il Suv ha effettuato una manovra improvvisa, piazzandosi proprio sulla loro traiettoria di marcia. Nonostante il disperato tentativo di frenata, l'impatto con l'autoveicolo è stato fatale per marito e moglie, deceduti sul colpo.

La notizia è rimbalzata in fretta fino a Schio, gettando nel più profondo sconforto i familiari, in particolare i parenti stretti e soprattutto il figlio Michael di 22 anni. I coniugi Savio si erano conosciuti quando erano ancora adolescenti, a 16 anni, e da allora erano sempre stati uniti. «Un esempio di vero e grande amore, erano sinceramente felici – ricorda con commozione la sorella di Silvia Zanella, Manuela – Persone perbene e genitori affettuosi, sia con loro figlio Michael che con il nipotino, cioè mio figlio.

Erano genitori giovani, desiderosi di vivere la vita e per questo, già da qualche anno, visto che loro figlio era cresciuto, si erano appassionati alla moto. A loro piaceva effettuare viaggi per scoprire e vedere posti nuovi insieme. Erano motociclisti assolutamente tranquilli, che si muovevano per passatempo e passione, per star bene e assaporare i momenti di viaggio».

Una coppia di bikers esperta e senza grilli per la testa quindi, che l'altra sera rientrando da una gita in Trentino è stata drammaticamente stroncata da un imprevisto incalcolabile.

Ivan non ha potuto evitare l’impatto. Sul manto stradale, una lunga striscia nera testimonia il disperato tentativo di frenata del motociclista. Ma era troppo tardi. Quando ha visto il Suv pararsi sulla sua strada era ormai troppo tardi. Forse lo ha tradito anche la velocità sostenuta e forse il conducente del Suv, un cittadino romeno di 43 anni collaboratore dell’hotel Foresta, non li ha visti. La moto ha centrato la fiancata posteriore destra della Volkswagen. Un impatto tremendo.

I due motociclisti erano incoscienti fin dal primo momento. Sul posto sono arrivati due elicotteri da Trento. L’intervento è stato tempestivo e i medici hanno tentato disperatamente di strapparli alla morte, ma non c’è stato niente da fare. C’è rimasto solo il tempo per il dolore. La polizia stradale sta cercando di ricostruire la dinamica che sembra purtroppo semplice e tragica allo stesso tempo.













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