No del Tar a nuove case in via Zigherane

Il Tribunale amministrativo dà ragione al Comune che aveva stralciato dalla lottizzazione aree inizialmente edificabili


di Paolo Tagliente


ROVERETO. Niente da fare per i proprietari dei terreni inseriti nel piano di lottizzazione 13 di via delle Zigherane a Sacco. Il Tribunale amministrativo regionale, a cui s’erano rivolti dopo che l’amministrazione roveretana aveva stralciato le aree di loro proprietà dalla terza adozione del piano regolatore, ha respinto il loro ricorso contro la delibera del Consiglio Comunale e contro quella successiva di approvazione della Giunta provinciale. Dopo la prima adozione, infatti, il consiglio comunale aveva fatto marcia indietro, stabilendo che il destino della zona - circa 17mila metri quadrati - avrebbe dovuto essere quello di verde agricolo. Decisione che aveva spazzato via tutte le promesse e i progetti elaborati nel corso degli anni. «Dopo lunga trattativa con le amministrazioni precedenti – scrivevano i ricorrenti nell’accingersi a presentare ricorso – si era arrivati ad una soluzione onorevole progettando un'edificazione che rispondesse alle esigenze dei lottizzanti lasciando spazi a criteri di costruzione innovativi e tecnologicamente avanzati. L'edificazione ha un indice minimo, per realizzare piccole unità abitative di massimo 2/3 piani con 6 appartamenti che ben si inseriscono nel contesto esistente. Non si tratta quindi - precisavano - di una speculazione spinta come forse è previsto per altre zone. Questa proposta è stata inserita ed approvata nel nuovo Prg in prima adozione, creando così delle aspettative all'interno delle realtà economiche dei lottizzanti».

Di tutt’altro parere l’assessore competente Giulia Robol, soddisfatta della decisione presa dai giudici del Tar «che hanno riconosciuto la fondatezza della nostra scelta di salvaguardia del paesaggio. Certo, non so se ora vorranno proseguire la loro azione, ma certo è che noi siamo soddisfatti». Per l’assessore, inoltre, il ricorso presentato dai proprietari dei terreni era fondato essenzialmente su un errore. «La prima adozione della variante, che prevedeva di rendere edificabile la zona, non era un diritto acquisito e non implica certo alcun obbligo da parte del Comune di proseguire sulla stessa strada. È stata una scelta sofferta, ma coerente con la linea da sempre adottata da questa amministrazione. Quella che punta alla salvaguardia del territorio e alla riduzione della cementificazione. Inoltre, quanto stabilito dal Tar, che ha respinto anche un analogo ricorso presentato da una signora roveretana per un’area in via Monte Baldo esclusa dal piano di lottizzazione, è importante, per noi, anche dal punto di vista politico». In entrambi i casi, i ricorrenti dovranno pagare 3000 euro di spese di giudizio.

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