«No a modifiche in bianco da Roma»

Intesa, Rossi avverte: «L’autonomia non deve arretrare». Oggi a Udine asse tra le speciali sulla riforma costituzionale



TRENTO. Asse tra autonomie speciali del Nord (più la Sardegna) oggi a Udine, dove i governatori di Trentino e Alto Adige, Ugo Rossi e Arno Kompatscher, partecipano al convegno promosso dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani (che è anche vicesegretaria del Pd) su «Riforma costituzionale e autonomie speciali», le cui conclusioni sono affidate al ministro per gli affari regionali Enrico Costa. A meno di due mesi dal referendum del 4 dicembre, le Regioni e Province a statuto speciale si ritrovano per dire sì alla riforma Boschi ma anche provare a blindare insieme una specialità che così blindata non è. Lo dimostra l’ultimo braccio di ferro tra la giunta Rossi e il governo Renzi sull’utilizzo dei circa 200 milioni di avanzi di amministrazione di Provincia e Comuni trentini: il governo ha impugnato l’assestamento di bilancio provinciale che secondo Roma violerebbe la norma sul pareggio di bilancio. Ma la giunta è pronta a contro-impugnare la legge 243 dello Stato (c’è tempo fino al 26 ottobre), forte del «patto di garanzia» del 2014 che ha sancito l’apporto di Trento e Bolzano alle finanze statali.

A Udine i governatori presenteranno un documento che ha come obiettivo quello di salvaguardare gli statuti di autonomia introducendo il principio dell’«intesa» Stato-Regione (Provincia nel caso di Trento e Bolzano). «Le speciali non hanno nulla da temere dalla riforma della Costituzione proprio perché la revisione degli statuti è subordinata ad un’intesa con lo Stato - ripete Rossi - ma la riforma è positiva anche per le Regioni ordinarie che con l’articolo 116 potranno ottenere delle competenze. Con la riscrittura degli statuti vogliamo dimostrare che noi non siamo un’isola rispetto al resto del Paese ma siamo un’autonomia solidale». Ma proprio sulla clausola di salvaguardia Trento e Bolzano sono pronte a un nuovo braccio di ferro con Roma sulle regole. «Non ci faremo scavalcare», ha tuonato da Bolzano il senatore Svp Karl Zeller riferendosi alla bozza della commissione Bressa in cui si ipotizza che il parlamento a maggioranza dei due terzi possa in ultima istanza approvare una legge di modifica dello Statuto. «La clausola dell’intesa per la revisione degli statuti è immediatamente esecutiva in Costituzione. Ma negli statuti dovremo scrivere quale sarà il meccanismo per le modifiche successive», chiarisce Rossi. «Se al referendum vincerà il sì, è evidente che le ipotesi a cui è pervenuto il tavolo Bressa sono ancora tutte da approfondire e da riscrivere. Per Trento e Bolzano c’è una specialità nella specialità, che è quanto ha sempre ripetuto il presidente Napolitano e che è stato oggetto di un ragionamento con il presidente Mattarella». «Non è escluso che possano esserci intese differenti», anticipa Rossi. «C’è un accordo internazionale che ci blinda ma anche un livello di autonomia fatto di norme di attuazione molto diverso tra una autonomia e l’altra. «Se è vero che le Regioni non hanno potere di veto», per il governatore «non ci può nemmeno essere un’autonomia che arretra di fronte a modifiche parlamentari». «Non tutto può risolversi con le maggioranze qualificate del parlamento come fosse una possibilità di modifica in bianco. L’Austria non lo accetterebbe mai». Ancora una volta, tutto dovrà risolversi in una logica di patto tra territori e Stato.

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