alberghi

Nerocubo, il maxialbergo è in vendita

La società è stata posta in liquidazione volontaria, d’accordo con le banche, per accelerare la ristrutturazione del debito


di Giuliano Lott


ROVERETO. Ci hanno provato fino all’ultimo, ma la decisione non era più rinviabile. La Nerocubo Srl, nata nel 2007 per dare vita al più grande e moderno hotel di Rovereto, è stata posta in liquidazione volontaria per facilitare il percorso di ristrutturazione del debito nei confronti degli istituti creditori, ovvero le banche. Nonostante il successo dell’impresa sia in costante ascesa fin dall’inizio (e il 2015 si è aperto con un notevole 12% in più sui ricavi) i mutui stipulati con le banche non erano più sostenibili.

Così, a malincuore, Paolo Pedri, amministratore e legale rappresentante della Nerocubo Srl, ha dovuto trovare una via d’uscita che alienerà la proprietà dell’albergo di via per Marco, a poche centinaia di metri dal casello di Rovereto Sud-Lago di Garda Nord. «Ci hanno messo in difficoltà - spiega Pedri - soprattutto i contratti siglati negli anni passati, nei quali il peso degli interessi si è fatto sentire. Abbiamo tentato in tutti i modi di onorare gli impegni, ma alla fine ci siamo dovuti arrendere».

La messa in liquidazione volontaria si concreta nell’affidamento dell’incarico a un commissario liquidatore, un manager-consulente che sta cercando un acquirente per il grande albergo roveretano. Nel frattempo, tutto funziona come prima, e Pedri anzi precisa che «abbiamo fatto in modo che la gestione ordinaria venga salvaguardata. Le risorse per portare avanti il funzionamento della struttura ci sono. Abbiamo concertato quest’operazione assieme alle banche stesse, nella più piena trasparenza, pianificando tutto con grande attenzione. Riteniamo anzi che l’arrivo di una nuova proprietà possa dare un nuovo slancio al Nerocubo, ed è interesse di tutti che ciò accada. Quanto al personale che lavora al Nerocubo, è stato informato passo per passo sulla situazione».

Dal punto di vista tecnico, aver posto la società in liquidazione volontaria congela di fatto il debito in attesa che i proventi della cessione di attività estinguano la posizione debitoria nei confronti deli istituti bancari. L’azienda, in sè, funziona ed è sana, spiega Pedri. Anzi, il trend di crescita è costante e ogni anno i risultati hanno superato quelli dell’anno precedente. Pesano invece gli interessi, soprattutto quelli cumulati nei primi anni di attività - tra il 2008 e il 2009 - quando la crisi ha iniziato a mordere con maggior decisione e gli incassi non hanno avuto l’impennata che ci si attendeva. Il voluime di affari è comunque salito e i segnali e le prospettive economiche oggi sono molto diversi rispetto a sette-otto anni fa, ma nel frattempo è divenuta prioritaria la ristrutturazione del debito contratto con le banche all’inizio dell’avventura.

Nel frattempo il commissario liquidatore si sta dando da fare, commissionando perizie e sondando il mercato per trovare acquirenti. E pare che l’interesse ci sia, soprattutto da parte di grossi operatori - ovvero catene mondiali - per i quali un grosso investimento come il Nerocubo si giustifica in un’ottica di gruppo, con enormi capitali a disposizione e strategie di penetrazione del mercato locale. É pertanto verosimile che l’acquirente finale sarà un grosso operatore della ricezione alberghiera. Certo, l’affezione per la struttura è differente se la proprietà è locale o un grosso gruppo internazionale, ma così vanno gli affari.

Rimane comunque viva una possibilità, almeno teorica, che il Nerocubo non passi di mano: se il quadro economico continua a crescere e i ricavi aumenteranno oltre le previsioni, ciò potrebbe consentire a Pedri di ritirare l’hotel dalla liquidazione e rientrare in extremis alla guida della società. Ma non sono scenari prevedibili, né sul breve né sul medio periodo.













Scuola & Ricerca

In primo piano