Nel giorno dei morti il ricordo di tutti i caduti 

Tre le corone deposte: a Palazzo Thun, alla Portela e al cimitero monumentale Alle cerimonie autorità civili e militari. L’arcivescovo loda i volontari in missione  


di Claudio Libera


TRENTO. Cerimonie militari e religiose, nel giorno dedicato al ricordo dei defunti e ai Caduti di tutte le guerre. Si è iniziato alle 10.15, in via Belenzani, con la deposizione di corone d'alloro alle tre lapidi poste sulla facciata di palazzo Thun: sono quella che ricorda i trentini morti per la patria dal 1849; quella per i caduti nella Guerra di liberazione del 1943-1945 e quella dei "mille figli soldati dell'imperial regio esercito austroungarico". Nel segno della fratellanza, ha ribadito il sindaco Andreatta, presente a tutte tre le cerimonie, in via Belenzani, alla Portèla ed al cimitero, con il Commissario del Governo, il Questore, il senatore Panizza, i presidenti dei consigli regionale, provinciale e comunale, i vertici di carabinieri, polizia di Stato, guardia di Finanza, polizia locale e penitenziaria. A rendere gli onori, un picchetto in armi, 18 uomini del 2° Reggimento Genio Guastatori di stanza alla Battisti, che sarà oggi alle 15 nella fossa dei Martiri al Buonconsiglio e domani, alle 10, in piazza S. Maria Maggiore per l'alzabandiera. Molti i labari ed i gagliardetti delle varie associazioni che si sono levati sull'attenti al suono del silenzio fuori ordinanza e dell'Inno di Mameli suonato dalla tromba al monumento in piazza della Portèla.

Attualizzare le soluzioni, ha detto il sindaco, col pensiero rivolto a chi ha donato il sangue per la patria, senza scordare che molti ed in aumento sono i conflitti e le guerre neglette, vedi Ucraina, che hanno lacerato pure l'Europa. Poi al civico cimitero la concelebrazione con l'arcivescovo don Lauro Tisi, che all'omelia, ha parlato di accoglienza, condivisione, «necessità di trovare il tempo per noi stessi, in un mondo che sembra obbligare ad andare sempre più in fretta facendoci dimenticare i valori e l'obbligo del ricordo».

Poi rivolto ai militari, ha parlato di pietas, di compassione sul campo, non quello delle armi che tuonano ma quello in cui operano i volontari in missione -più di 200 i trentini - che raccolgono l'apprezzamento delle nazioni per la solidarietà e l'umanità che sanno elargire. «Le cronache di questi giorni - ha proseguito don Lauro - riportano esempi drammatici di odio e razzismo; anche sul terreno laico si ribadisce l'importanza di curare parole e gesti perché non vadano ad alimentare l'odio». E non giudicare, spendendosi nell'accoglienza, è il segnale che deve contrastare con odio e razzismo. Quindi la deposizione delle tre corone al sacrario dei Caduti italiani, una a quello dei morti e dispersi in Russia ed al monumento ai militi austroungarici dove nella giornata dei Santi i Kaiserjager avevano deposto il loro ricordo. A margine una storia poco nota: nel quadro sud est del cimitero monumentale, trova ospitalità una semplice sepoltura coi resti dell'unico militare inglese sepolto sul suolo trentino; è il caporale Thomas Glover, morto il 1° settembre 1918. Il suo Border Regiment era di stanza in Valsugana. Aveva 23 anni.













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