’Ndrangheta in Trentino: sequestrati beni per 8 milioni 

Operazione Perfido. Le Fiamme gialle hanno messo i sigilli ad aziende di logistica e facchinaggio, società immobiliari, terreni e immobili a Lona Lases e Roma. Ora la cellula locale rischia la confisca



Trento. aziende di logistica, imprese attive nel campo dell’edilizia e del porfido, terreni, case e appartamenti, una società immobiliare e automobili di lusso. si allunga la lista dei beni sequestrati dalla guardia di finanza di trento nell’ambito dell’operazione «perfido» che ha individuato e smantellato una cellula trentina legata alla ’ndrangheta. il valore totale ora è di oltre 8 milioni di euro. tra questi beni ci sono imprese come la vr logistics di domenico morello, la soluzione ponteggi di trento di demetrio costantino e vincenzo vozzo, la mustafa stones projects e la inter stone di lona lases di proprietà di mustafa arafat, un edificio, un terreno e tre immobili a lona lases di proprietà di giuseppe battaglia, sette immobili a roma più due società immobiliari di roma di proprietà di alessandro schina. tutti beni che ora rischiano di essere confiscati. infatti, la procura ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventivo dei beni che vengono ritenuti frutto di riciclaggio di proventi di attività illecite della cellula trentina della ’ndrangheta. mentre in precedenza c’era solo un sequestro probatorio.

Come spiegato ieri in conferenza stampa dal procuratore della repubblica sandro raimondi , «le indagini patrimoniali della finanza hanno lo scopo di togliere il terreno sotto i piedi alla cellula della ’ndrangheta» smantellata dall’operazione dei carabinieri del ros. un azione a tenaglia per cercare di sradicare la tessuto sociale e imprenditoriale trentino le ndrine calabresi. la complessa ricostruzione delle reali consistenze patrimoniali riconducibili ai membri del sodalizio di tipo mafioso, ai loro familiari e ai vari prestanome, per un totale di 148 tra persone fisiche e giuridiche oggetto di screening investigativo, sono state condotte dai finanzieri trentini incrociando i dati di varie banche dati delle forze dell’ordine.

Dopo il primo sequestro probatorio, il 9 novembre il gico della finanza di trento ha eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per sproporzione”, ovvero perché sprporzionati rispetto all’attività legali, dei beni nella effettiva disponibilità degli indagati, per un controvalore complessivo di quasi 6 milioni di euro. in particolare, il nuovo provvedimento di sequestro ha consentito di risequestrare alcuni dei beni già “congelati” dal precedente provvedimento, per un valore stimato pari a 3.814.667,62 euro; sottoporre a sequestro altri beni, per un valore stimato pari a 1.929.420 euro.

In dettaglio i nuovi beni sequestri sono una ditta individuale con sede in provincia di trento che esegue lavori specializzati di costruzione del valore complessivo di 389.743 euro; 2 società di roma, attive nel facchinaggio e movimentazione merci del valore complessivo di 894.177 euro; 5 immobili ed n. 1 terreno in provincia di trento del valore complessivo di 625.000 euro.

Per non compromettere il posto di lavoro delle persone impiegate nelle imprese poste sotto sequestro, la procura ha nominato un commissario giudiziale, patrizia pizzini, che gestirà queste aziende proprio per assicurarE che possano continuare a lavorare senza fallire e senza danneggiare ignari dipendenti.















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