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Nasce a Rovereto il tessuto che rilascia vitamina C

Lo hanno creato due giovani catanesi sviluppando l’idea all’ «ipoint» di via Zeni. Partono dagli scarti: quel che resta di un’arancia dopo che è stata spremuta


di Paolo Trentini


ROVERETO. Dalle arance al tessuto, da Catania a Rovereto sperando di arrivare nelle passerelle di tutto il mondo. Adriana Santanocito ed Erica Arena, entrambe catanesi e rispettivamente 36 e 29 anni, sono l'anima di Orange Fiber, una delle 13 startup presenti nell'incubatore "ipoint" di Trentino Sviluppo. La loro idea: trasformare gli scarti delle arance in tessuto vitaminico, in grado di rilasciare vitamina C sulla pelle di chi lo indossa. Un nuovo esempio di come un'intuizione possa trasformarsi in un'impresa e una testimonianza che rompe il recente luogo comune dei giovani costretti ad andare all'estero per vedere realizzati i propri sogni. L'idea delle due ragazze è stata talmente originale che lo scorso anno a Copenaghen è rientrata tra le 5 migliori startup al mondo, ma ha attraversato anche l'oceano per sbarcare a Wall Street in occasione del New York Stock Exchange.

Tutto nasce a Milano dove Adriana, fashion designer, ed Enrica, esperta di comunicazione internazionale, frequentavano le rispettive università: «Stavamo ultimando i nostri studi - spiega Adriana - condividendo l'appartamento e anche le nostre aspettative sul futuro. Mentre preparavo la tesi incentrata sui materiali innovativi per l'industria tessile, ho pensato che si sarebbero potute utilizzare le arance per produrre dei tessuti. Leggendo qua e là e approfondendo l'argomento abbiamo scoperto che il 25% della produzione di arance viene buttato e che ogni anno vengono prodotte oltre 700 mila tonnellate di scarti industriali provenienti dalla lavorazione degli agrumi».

Partendo dagli scarti, cioè tutto ciò che rimane dopo la spremitura, viene estratta la cellulosa per la filatura e su questo viene incapsulato l'olio essenziale che avrà il compito di rilasciare le vitamine sulla pelle senza ungere i vestiti. Una volta verificata la fattibilità con il Politecnico di Milano e trascorsi due anni per le necessarie sperimentazioni, Orange Fiber è arrivata nelle sale di Trentino Sviluppo dove ha ricevuto il supporto e soprattutto il sostegno economico per produrre i tessuti.

A Rovereto Adriana ed Erica hanno fondato la base operativa: mentre la cellulosa viene estratta in Sicilia, la filatura avviene in Spagna e la tessitura è effettuata a Como: «Si tratta di un filato di acetato - spiega Enrica - da agrumi unito alla seta presente in una percentuale del 72% ma lo si può abbinare anche ad altri tessuti come il cotone senza alcun problema. Abbiamo creato due tessuti: uno raso tinta unita color seta naturale e uno in pizzo nero. In più abbiamo due varianti di filato color giallo e arancio per riprendere i colori degli agrumi. Fatto il prototipo ora contiamo di andare in produzione entro gennaio e proseguire con la ricerca. Con il nostro tessuto si può confezionare qualsiasi abito, tanto che qualche casa di moda e un paio di catene internazionali di abbigliamento si sono già mostrate molto interessate al nostro prodotto». Trovandosi in Trentino, le due imprenditrici non escludono, in un secondo tempo, di sperimentare nuovi tessuti e utilizzare nuove matrici organiche, magari partendo dalle mele che qua da noi abbondano.













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