Muro del sindaco abusivo, sarà demolito

Vigo Rendena. Il Tar accoglie il ricorso di Luca Scarazzini: la sanatoria concessa dal Comune bocciata dai giudici


di Giuseppe Ciaghi


VIGO RENDENA. Con sentenza definitiva, depositata lo scorso 22 maggio, il Tar di Trento ha accolto il ricorso di Luca Scarazzini col quale chiedeva l'annullamento della concessione edilizia in sanatoria rilasciata a Ezio Loranzi (sindaco del paese) e a Marzia, Loris ed Eddy Loranzi per aver realizzato un manufatto in calcestruzzo in difformità dall'autorizzazione ottenuta dal Comune di Vigo Rendena.

I Loranzi avevano sopraelevato il muro di confine fino a 2,65 metri anziché portarlo da 1 metro a 1,70 come da progetto approvato, e vi avevano ricavato un deposito garage agricolo. Compiuto l'abuso, avevano chiesto al Comune la concessione di una sanatoria per regolarizzare la costruzione. Sanatoria che ottennero con il parere unanime della commissione edilizia comunale, una commissione prestigiosa formata da tecnici autorevoli quali l'ingegner Massimo Dalbon, l'architetta Alessandra Sordo, il dottor Stefani, vicesegretario del comune di Tione, il geometra Paletti e il segretario comunale di Vigo. A firmare il documento era stata la vicesindaco Maura Gasperi, non potendo ovviamente il sindaco rilasciarla a se stesso.

Il fatto è che la struttura andava a ledere i diritti dello Scarazzini. Costui, se avesse inteso ampliare la sua casa di abitazione, per via del nuovo manufatto si sarebbe visto costretto ad osservare una distanza di 10 metri dal confine - prevista tra edificio ed edificio - anziché dei 5 metri canonici. Non gli rimaneva che impugnare la sanatoria al Tar e chiederne l'annullamento.

«Oggi - spiega - per difendere un diritto, per sacrosanto che sia, occorre tirar fuori denaro, e tanto. Ricorrere al Tar costa, e chi non potesse permetterselo è costretto a subire. La giustizia non è per tutti, ma solo per i ricchi o per chi si accolla sacrifici. Avvilente poi è dover ricorrere contro il tuo Comune, l'ente che dovrebbe difendere i diritti dei suoi cittadini e garantire a tutti un equo trattamento».

Il Comune per difendere il suo provvedimento aveva nominato l'avvocato Flavio Maria Bonazza. Intanto si era cercato anche di mediare fra le parti. Si raggiunse un accordo, protocollato e sottofirmato dalla vicesindaco, dal Loranzi e dallo Scarazzini, dove quest'ultimo si impegnava a ritirare il ricorso e il Loranzi a demolire il manufatto e a rifondergli il costo delle spese legali. Ma l'accordo veniva disatteso. In municipio la maggioranza decise di proseguire l'iter giudiziario, con la minoranza molto critica sulla questione. Il Comune, per rafforzare la propria posizione chiese un nuovo parere alla commissione edilizia, che si espresse ancora una volta a favore. Il Tar invece ha ora accolto l'impugnazione dello Scarazzini e annullato il provvedimento di sanatoria. Ha deciso la compensazione tra le parti delle spese di giudizio e che la sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. In pratica il Comune dovrà emettere un'ordinanza di demolizione dell'opera realizzata abusivamente.

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