«Muffin», quanto mi costi? Da 1 euro si salta a 2,50

Il prezzo più alto al panificio Pulin, ma è anche il più grande. il più basso al Poli Il nostro «viaggio» tra i punti vendita: con pesatura e l’immancabile assaggio


di Roberto Franceschini


TRENTO. Alzi la mano, perdon, alzi gli occhi dal quotidiano, chi non ha mai assaggiato e gustato grazie alle proprie papille gustative un buon “muffin”! Dolce simile ad un plum cake, di forma rotonda a calotta semisferica, citato per la prima volta, nel 1703, nel Regno Unito. Termine forse derivato dal francese “mouflet” (soffice pane), o dal tedesco “muffen” (piccole torte). Dolce composto da due ingredienti: il primo in polvere di farina, bicarbonato di sodio e lievito e talvolta cacao e spezie; il secondo a base di ingredienti umidi (latte, burro o olio di semi, uova e talvolta yogurt) e l'immancabile zucchero. Si amalgama lentamente bene il tutto e si mette a cottura, nella caratteristica confezione di carta adatta alle temperature del forno. Ma perché descriviamo questo prodotto dolciario, spesso ripieno di mirtilli, cioccolato, lamponi, cannella, mandorle ed altre leccornie? Tutto ciò a seguito una segnalazione di una “golosa” consumatrice, la quale ha comprato un “muffin” presso lo storico panificio Pulin, nella città capoluogo, elevato a “Bottega Storica Trentina”, vista la sua attività artigianale iniziata sin dal 1924. Lo scontrino è stato esattamente di 2,5 euro (peso del prodotto 122 grammi), il che ha lasciato di stucco l'acquirente che non pensava affatto di dover spendere così tanto (seppur il prezzo fosse regolarmente indicato, ndr), per questo dolcetto che voleva regalare ad una amica.

Da qui è nata una nostra piccola indagine di mercato (vista anche una recente lettera inviata al giornale da un turista romano che si lamentava del costo eccessivo, a Trento, per una brioche con cappuccino), con visita ad alcuni forni/panetterie della città di Trento (e dintorni), che ha prodotto dei risultati a dir poco sorprendenti. Un analogo “muffin”, infatti, in un negozio della catena Sosi, con una consolidata tradizione familiare datata 1923, lo abbiamo pagato 1,20 euro (ma il peso era di 70 gr); al negozio della catena Lemayr 1,50 euro (106 gr); al supermercato Poli 1,0 euro (con un maxi peso di 133 gr); a San Cristoforo al Lago, nell'accogliente panificio Grisenti, il dolce è proposto, invece, a 1,20 euro (1,19 gr); mentre nel bar “Terramare” di Vezzano, al tavolino e quindi serviti, a 2,0 euro (122 gr), per il dolce prodotto da un laboratorio di Arco. Tutti i prodotti erano egualmente ripieni di crema e/o cioccolato, in quantità più o meno consistente. Una differenza di prezzi che ci ha lasciato molto perplessi, appurato che la qualità (almeno al nostro palato) era la medesima.













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