Movida, il richiamo dei vigili ai gestori

Consigli di comportamento dopo il blitz all’Elysee: «Fate rispettare le regole ai clienti e coinvolgete le forze dell’ordine»



TRENTO. Se i gestori di locali notturni vogliono davvero evitare multe, chiusure anticipate o apposizione di sigilli facciano la loro parte per eliminare (o almeno limitare al massimo) il disturbo per i vicini. Si può fare, purché vi sia la volontà di collaborare con i residenti e le forze dell’ordine. É il consiglio che viene dalla polizia municipale di Trento, la stessa che venerdì scorso ha eseguito un controllo all’interno della discoteca Elysee di via San Francesco d’Assisi (ex Mandragola), rilevando che il numero degli avventori era di molto superiore al limite di agibilità, 99 persone. Ora il locale è chiuso e riaprirà solo venerdì, dopo che saranno stati ultimati i lavori di ridimensionamento degli spazi interni che il gestore si è impegnato ad eseguire.

Un episodio questo, che, seppure diverso dal “caso Cantinota”, ha nuovamente attirato i riflettori sui problemi di convivenza tra locali notturni e residenti in città. «Quello di Elysee è un caso un po' a parte - osserva il comandante dei vigili Lino Giacomoni - perché riguarda l'autorizzazione della polizia amministrativa provinciale, trattandosi di una discoteca, di fatto l’unica cittadina. Se si superano i numeri previsti scatta la denuncia per un reato contemplato dal codice penale, all'articolo 681: apertura abusiva di locali di pubblico spettacolo. Sono previsti l'arresto fino a 6 mesi e l'ammenda non inferiore a 103 euro. Si tratta quindi di una contravvenzione, analoga a quella per la guida in stato di ebbrezza. Se i titolari non si adeguano, però, la Provincia può adottare altri provvedimenti». Il comandante Giacomoni conferma che il controllo è stato sollecitato dai vicini, come sostenuto da Matteo Molinari, organizzazione degli eventi all’Elysee. «É vero, ci sono state delle richieste di intervento da parte dei vicini, anche loro preoccupati. Però la legge va sempre rispettata: se il locale prendesse fuoco o qualcuno si facesse male, non essere in regola rappresenterebbe un problema serio».

Il comandante si ferma qui. Dalla polizia municipale però vengono anche forniti consigli di “buon senso” ai gestori che vogliono instaurare un rapporto sereno e collaborativo con la cittadinanza. Più volte i titolari delle attività si difendono dicendo di avere assoldato dei vigilantes all'uscita e asserendo che spesso a fare chiasso non sono i clienti ma persone che si fermano per strada a bere bottiglie acquistate al supermercato. «Bisogna attrezzarsi per evitare di causare disagi alla cittadinanza», sottolineano i vigili. «Qualcuno riesce a farsi ascoltare con mezzi convincenti, o chiamando subito le forse di polizia, quando ce n’è bisogno». Come a dire: il barista può e deve “selezionare” la clientela ottenendone il rispetto delle regole di convivenza. La materia - viene aggiunto - è comunque «tenuta monitorata dal sindaco, che ha coinvolto l’assessore di merito perché siano contemperate le istanze dei cittadini con gli interessi dei gestori di locali».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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