Movida, a gennaio gli «stati generali» / VIDEO

Forum in redazione con l’assessore Robol, baristi, studenti e residenti: «Confronto con tutti, ma bisogna cambiare»


di Paolo Piffer


TRENTO. C’è chi ha assunto uno specialista solo per controllare le situazioni difficili che si presentassero, dagli schiamazzi a qualche avventore un po’ troppo brillo e che risultasse molesto. Quella che in gergo viene chiamata “movida” è certo cresciuta negli ultimi anni e in centro città sono parecchi i locali che nel corso della settimana propongono musica e occasioni di divertimento. D’altronde, solo gli studenti universitari sono 16mila, molti dei quali, se stanno in città, la sera escono e sciamano in centro. Non è la prima volta che i residenti si lamentano, fino ad arrivare al caso limite della Cantinota alla quale sono stati posti i sigilli, in seguito parzialmente tolti. Un tema che il Trentino ha affrontato nel corso di un forum al quale hanno partecipato in molti. Alcuni gestori di locali (Marco Rosi della Bookique, Roger Guerra e Martina Dalpalù dell’Accademia), l’assessore comunale Andrea Robol che ha le deleghe su cultura, turismo e giovani, accompagnato da alcuni tra ragazze e ragazzi in servizio civile alle politiche giovanili comunali, Nicola Guanti del Comitato della Portela, Giorgio Romeo dell’Unione degli universitari e alcuni componenti di Stazione Futuro, associazione composta da studenti degli istituti superiori di recente costituzione. Si è andati avanti per più di un’ora e alla fine un punto di contatto si è trovato per approfondire il confronto. Da parte di pressoché tutti gli intervenuti si è convenuto che sarà necessario trovarsi in una sorta di plenum degli Stati generali della movida per portare proposte concrete e trarne poi una sintesi. Si è anche prefigurato un periodo, tra gennaio e febbraio, per riunire il tavolo sul quale amministrazione, baristi, residenti, studenti, associazioni mettano le loro carte sul banco, facciano il punto della situazione ma anche un salto in avanti. Perché la consapevolezza è che la città in questi ultimi anni è in piena trasformazione. «Fino a qualche anno fa – ha detto Rosi – era impensabile che in uno stesso giorno ci fossero cinque concerti in altrettanti locali, alla stessa ora. Ora, basta aprire il giornale ed è spesso così». «La città sta crescendo – ha aggiunto Guerra – e anche le esigenze dei ragazzi, ma pure degli adulti. La serata inizia più tardi rispetto ad una volta». «Certo che adesso ci possono essere delle difficoltà nel gestire certe situazioni – ha aggiunto l’assessore Robol – A questa complessità è giunto il momento di rispondere coinvolgendo tutti e non facendo calare dall’alto provvedimenti. Tenendo presente che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità». «Sono problemi di crescita – ha affermato Guanti – e non è semplice risolverli anche perché, ad una certa ora, le gente che abita in centro va a dormire visto che il giorno dopo deve magari alzarsi presto per andare a lavorare». «Noto che c’è poca tolleranza verso noi studenti sia da parte dei residenti che dell’amministrazione – ha detto Romeo – Noi cerchiamo il dialogo ma vediamo che ci sono pochi luoghi di aggregazione». «Bisogna parlarsi – ha continuato Philipp Woelk di Stazione Futuro – evitando di trovare capri espiatori, noi ragazzi non siamo i nemici». La sensibilizzazione dei ragazzi e degli adulti come dei baristi – «magari anche attraverso delle lezioni a scuola», è stato sottolineato – è l’altro argomento emerso dal confronto. Perché, e questo va detto con una certa forza, trent’anni fa, per dirne una, non è che non ci fossero locali e bar. E che magari non si alzasse il gomito. Ma, forse, certe situazioni di tensione erano meno frequenti. E qui entra in campo un aspetto culturale e comportamentale da prendere perlomeno in considerazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano