la tragedia

Moto contro un’auto: muore a 45 anni

La vittima è Corrado Valcanover di Trento. Lascia moglie e tre figli. La sua Yamaha ha invaso la corsia opposta sulla Fricca. Impatto inevitabile


di Paolo Tagliente


TRENTO. Era arrivato ormai a pochi chilometri da casa, al termine di un giro in sella alla sua amata Yamaha V Max. Corrado Valcanover, 45 anni compiuti lo scorso gennaio, educatore e padre di tre figli, era un appassionato di moto e quella di ieri era la giornata ideale per fare un giro. Erano le 17. Corrado stava scendendo lunga la statale 349 della Fricca ed era arrivato in Valsorda, ma deve aver sbagliato ad affrontare un curva a destra, qualche centinaia di metri a nord di località Brusafér. Forse ha sbagliato a impostare la traiettoria, forse ha calcolato male la velocità: saranno i rilievi della Polizia Locale ha stabilire cos’è successo negli istanti immediatamente precedenti alla tragedia.

Di sicuro, fino ad ora, c’è solo una cosa: la Yamaha di Valcanover, una “cruiser” di 1200 centimetri cubici, è uscita larga dalla curva e ha invaso la corsia opposta dove, proprio i quel momento, stava sopraggiungendo una Ford Fiesta guidata da un sessantacinquenne di Mattarello. Per una frazione di secondo, i due mezzi si sono trovati uno di fronte all’altro: il motociclista ha avuto il tempo di tentare una disperata frenata - a raccontarla è la lunga striscia nera lasciata sull’asfalto - mentre l’automobilista ha fatto l’unica cosa possibile: ha cercato di evitare l’impatto, sterzando verso destra e finendo con la fiancata sul guard-rail che costeggia la carreggiata. A sancire l’inutilità di entrambe quelle disperate manovre è arrivato il boato del devastante impatto tra i due mezzi.

La Fiesta, come fosse stata colpita da un meteorite, è andata distrutta. La moto, invece, che non deve aver colpito perpendicolarmente la vettura è rimbalzata indietro, lasciando sull’asfalto il corpo ormai senza vita di Valcanover. La morte, infatti, è stata istantanea e a nulla sono serviti i prolungati tentativi fatti dai sanitari del 118 di Trento, arrivato sul luogo della tragedia con l’ambulanza e con l’elicottero di strappare alla morte il quarantacinquenne trentino. Al Santa Chiara, invece, è stato trasportato il sessantacinquenne al volante dell’utilitaria, non per le ferite riportate, ma per lo stato di choc in cui versava all’arrivo dei soccorritori. Sul posto, quindi, sono rimasti gli agenti della Squadra infortunistica della Polizia Locale e uomini e mezzi dei vigili volontari della zona e dei permanenti di Trento. In un primo momento, in Valsorda erano anche saliti agenti motociclisti della Polizia Stradale.

Lunghi e meticolosi i rilievi da parte degli agenti i quali hanno subito informato di quanto accaduto il pm di turno, la dottoressa Licia Scagliarini, che poco dopo ha firmato il nulla osta alla rimozione della salma dello sfortunato centauro. Poco prima delle 19, sul posto, sono arrivati il carro attrezzi per la rimozione dei due mezzi coinvolti, entrambi posti sotto sequestro e a disposizione degli inquirenti, e il furgone del servizio Onoranze Funebri del Comune, che ha trasferito la salma di Valcanover nella camera mortuaria del Santa Chiara, dove è stata pietosamente ricomposta.

È toccato poi ai pompieri occuparsi della pulizia della carreggiata, sulla quale erano sparsi frammenti della motocicletta e della vettura, proiettati per un raggio di metri come se si fosse trattato di una vera e propria esplosione.

Alla Polizia locale è spettato anche il terribile compito di informare della tragedia la moglie di Corrado Valcanover, che era coordinatore del servizio residenziale dell’Appm onlus (l’associazione provinciale per i minori) ed era padre di tre figli, uno dei quali in tenerissima età. La notizia della tragedia è arrivata presto in città e si è diffusa nelle realtà e negli ambienti collegati all’assistenza ai minori, in cui Corrado era molto conosciuto e stimatissimo.

Unanime lo sgomento e il dolore.













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