Morelli: «Nessun contrasto in giunta»

L’ex assessore: «A parte nel caso di San Cristoforo con il Pd si sono sempre trovate soluzioni condivise per tutti i problemi»


di Roberto Gerola


PERGINE. Il giorno dopo di Marco Morelli da ex assessore. Anzi, da ex assessore “forte” con cultura, sport e soprattutto San Cristoforo. Da ex assessore pilastro dell’attività comunale.

«Voglio dare una visione uniforme delle motivazioni che mi hanno portato alle dimissioni». Questo il giorno dopo quando “a caldo” la sua decisione aveva fatto il giro della città in tempo zero sollevando commenti e considerazioni. «Credo che nei quattro anni passati questa amministrazione, pur con le difficoltà che una coalizione composita comporta, abbia lavorato bene e nell’interesse della comunità perginese. Sicuramente ci sono stati degli incidenti di percorso come la non approvazione del piano di San Cristoforo o i tre voti mancati nell’approvazione del bilancio 2012, però credo che erano stati superati ritrovando in giunta una certa armonia. Anche con i consiglieri di maggioranza, pur mantenendo una dialettica a volte vivace, si riusciva a proseguire efficacemente nell’azione amministrativa».

Sui rapporti con il Pd precisa che «a parte il caso di San Cristoforo, per il quale avevo provato una grande amarezza personale per le modalità in cui si era concluso, pur partendo molte volte da posizioni diverse si è sempre riusciti con la buona volontà a trovare una soluzione condivisa». Sono considerazioni con le quali evidentemente non si possono dimenticare le sorprese tipo “Tradimento di Pasqua”. Non si può dimenticare che le sorprese (si vedano i voti mancati al bilancio) sono venute in sede di votazione e quindi da parte dei consiglieri non da parte degli assessori (che non votano) che sul bilancio erano d’accordo. Ma non si possono dimenticare nemmeno le “ostilità” avviate fuori dalle sedi istituzionali a proposito del nuovo teatro tenda e appoggiate dal Pd non velatamente, anche se non in sede di giunta.

A proposito dell’ultima seduta consiliare, Morelli è esplicito: «Non mi permetto di esprimere un giudizio negativo, perché la questione investe la coscienza delle persone». Ancora una volta dalla giunta non è venuto nulla. Erano stati i consiglieri ad appoggiare le opposizioni, ancora prima che si facesse luce sull’accaduto. Appunto, fin da subito condannato. Quindi, le dimissioni? «Le vicende più vicine hanno creato un clima, in cui lavorare, era diventato per me pressoché impossibile». In sostanza: «Nessuna motivazione politica, nessun atto di accusa al Pd, ma tanta amarezza personale ». Amarezza, che è chiaramente è anche legata ai casi “Nisco”, “Beber”, e pure “Corradi”, che non possono essere semplicemente disgiunti dai tanti eventi del passato che rimangono come pilastri nella storia amministrativa di Pergine in questi ultimi quattro anni. Un’amarezza che non è solo di Morelli, ma è condivisa da una parte almeno dei Perginese, da coloro che hanno investito e operano a San Cristoforo con le rispettive piccole attività, e che dall’amministrazione comunale si attendono risposte concrete.

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