Monica, l'estetista che si dedica alle lumache

Presto spera di riuscire anche a fare prodotti cosmetici con la bava


Carlo Bridi


SCURELLE. È proprio vero che la fantasia femminile non ha limiti. Ne è un esempio Monica Cont, 37 anni di Aldeno, ma residente a Scurelle, che ha avviato un allevamento di elicicoltura, ossia per i non addetti ai lavori di allevamento delle chiocciole. Lo ha fatto dopo aver fatto i necessari approfondimenti all'Università di Cherasco in Piemonte, e dopo aver frequentato il corso biennale per giovani imprenditori di San Michele.

«Avevo un terreno di 3.000 metri quadri a Ospedaletto verso Val Bronzale - ci confida Monica - e volevo capire come potevo sfruttarlo al meglio. La passione per l'allevamento della chiocciola mi ha portato ad approdare a Cherasco dove oltre a frequentare il corso di formazione ho potuto rifornirmi di tutto il materiale per dare l'avvio all'allevamento. Ho fatto la scelta di puntare su riproduttori italiani che hanno una carne più chiara, che è meglio apprezzata dal consumatore, e tre anni fa sono partita con l'allevamento. Già da un paio d'anni sto raccogliendo le chiocciole per la vendita, ma l'anno prossimo sarò in piena produzione e punto su un raccolto di 3.000 chili fra luglio, dopo il periodo della riproduzione, e i primi giorni di settembre quando iniziano ad accumulare il calcio per farsi la chiusura invernale del guscio. Fondamentale è la spurgatura - afferma - anche se questa costa in termini di perdita di peso e di morte di parte degli animali, ma si arriva ad un prodotto migliore».

Quest'anno com'è andata? «Benissimo - risponde l'allevatrice - ho venduto tutto bene e anche una parte come riproduttori per altri allevamenti che stanno partendo in Trentino con altre donne coinvolte». Anche in questo caso siamo di fronte ad una donna che aveva fatto un percorso particolare visto che dopo aver ottenuto il diploma di segretaria d'azienda, ha ottenuto quello di estetista, attività che pratica ancora oggi per un paio di ore al giorno, quelle che le rimangono libere dall'impegno nell'allevamento. La vendita avviene in parte via telefono ed in parte appoggiandosi ad un chiosco storico sulla strada della Valsugana.

Chi sono i clienti? «A parte un agritur di Cimone la maggior parte sono veneti di passaggio, ma ormai funziona molto bene il passa parola, e molti clienti mi ordinano le lumache al telefono - spiega Cont - In futuro in piena produzione devo puntare anche alle sagre della lumaca, ed ai ristoranti che cucinano questa prelibatezza che in altre parti dell'Europa come Strasburgo sono il piatto più apprezzato».

Come viene l'allevamento? «L'appezzamento è diviso in 11 parcelle recintate, sei sono occupate regolarmente e cinque servono per preparare il terreno sul quale spostate le chiocciole. A primavera si provvede alla semina di radicchi, di girasole e di cavoli che servono per l'alimentazione degli animali. Lo spostamento verso questi recinti avviene quando si provvede all'ingrasso, e qui le lumache rimangono per una stagione. Dalla nascita alla vendita trascorrono due anni. Certo - conclude - il mio sogno è quello di arrivare a fare della cosmesi con la bava della lumaca, già in commercio, ed a fare un laboratorio per lavorare il prodotto e commercializzarlo finito».













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