Molestò dipendente, condannato

Mano pesante dei giudici con un barista roveretano accusato d’aver palpeggiato una sua cameriera



ROVERETO. Mano pesante dei giudici nei confronti di un barista roveretano accusato da una delle sue dipendenti di averla molestata con ripetuti palpeggiamenti. L’uomo s’era sempre dichiarato estraneo alle accuse, affermando che lui, oltrettutto, al bar ci andava saltuariamente e mai aveva messo le mani addosso alla cameriera. Ma ieri, a sorpresa, un’altra sua dipendente, chiamata a deporre dal pubblico ministero ha in sostanza confermato le accuse, affermando di essere stata lei stessa oggetto delle attenzioni del datore di lavoro. La donna, che nel locale svolgeva le pulizie, ha raccontato d’essere stata “assalita” dall’uomo che, intenzionato a baciarla, avrebbe palpeggiato anche lei. Una testimonianza drammatica durante la quale la testimone s’è interrotta più volte. Lei, però, dopo le sgradite avances del titolare aveva avuto la forza di licenziarsi. Diversa e assai più complessa la situazione della prima accusatrice, che ha “resistito” un bel po’ prima di sporgere denuncia. Lo ha fatto per ragioni economiche - di quel posto di lavoro aveva bisogno - e per paura delle reazioni del marito se gli avesse raccontato delle morbose attenzioni che il padrone del bar le rivolgeva. Alla fine, però, anche lei ha deciso di ribellarsi a questo vero e proprio ricatto - su cui l’uomo sembrava consapevole di poter contare - e lo ha denunciato. Il collegio giudicante – Corrado Pascucci con a latere Maria Teresa Dieni e Ilaria Cornetti – ha accolto le tesi dell’accusa e ha condannato il commerciante a due anni di reclusione e all’interdizione perpetua dalla gestione di strutture pubbliche potenzialmente frequentate da minori.

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