Michelin, il Trentino guadagna una stella

La Guida 2013 premia il «Gallo Cedrone» di Campiglio. Ma i cugini altoatesini ci guardano sempre dall’alto: 17 a 7


di Angelo Carrillo


TRENTO. Finisce 17 a 7 la sfida tra Alto Adige e Trentino nella sempiterna ricorsa alle stelle della guida Michelin, edizione 2013. Due le novità in regione per la Rossa tanto amata e temuta da cambiare le sorti di un ristorante in un voltar di pagina. Intanto un gradito ritorno: quello dell’Anna Stuben di Ortisei, che dopo un anno di limbo seguito all’abbandono di Armin Mairhofer ha ritrovato la stella con l’esordiente Raimund Brunner. In Trentino, a Madonna di Campiglio, si festeggia l’ennesimo successo grazie all’ingresso nel panteon dei grandi del Gallo Cedrone dell’Hotel Bertelli. Un successo che porta a due i ristoranti stellati della località sciistica sempre più lanciata nella sfida sulla qualità con le altre località di turismo invernale più esclusive. Nel complesso un risultato davvero notevole anche se sbilanciato in favore dell’Alto Adige che conta anche tre ristoranti con due stelle Michelin. Unica nota dolente la perdita, dopo appena un anno, della Stella della Johannes Stube di Nova Levante a seguito dell’uscita di Markus Baumgarter.

Ma entriamo nel dettaglio col clamoroso successo dell’Alto Adige che anche quest’anno si conferma la provincia più stellata di’Italia. All’uscita della Johannes Stube di Nova Levante, infatti, segue il ritorno in scena dell’Anna Stuben dell’Hotel Gardena guidata da una sicura promessa, l’ex secondo di Herbert Hintner Raimund Brunner ora decisamente promosso primo a Ortisei. Per quel che riguarda il leone del ristorante Zur Rose di Appiano la soddisfazione dopo aver mostrato la via al suo secondo, di aver ottenuto per il 18° anno consecutivo la stella confermandosi così il più “anziano” titolare in regione del prestigioso riconoscimento. Si confermano anche quest’anno con due stelle sia Norbert Niederkogfler del ristorante St Hubertus di San Cassiano, che oltretutto promette una piccola rivoluzione filosofica in cucina per il prossimo anno all’insegna del vero “local”, e dall’altra parte della regione, la Trenker Stube di Tirolo guidata con mano sempre più solida e sicura da Gerhard Wieser. Resta a due stelle anche il Jasmin di Chiusa confermando che non di meteora si tratta ma di un locale che nonostante la sua originale conduzione da One man show di Martin Obermarzoner garantisce una cucina di livello altissimo con cui tutti ormai devono fare i conti anche in provincia. Si innalza intanto l’età media degli altri stellati ormai solidamente in sella ai propri cavalli da almeno un lustro. Tra questi il Schoeneck di Falzes, la Siriola, La Stua di Michil, e naturalmente il Kuppelrain di Castelbello. Ma dietro questi una schiera di giovani si sta già preparando la successione nella continuità. Da Heinrich Schneider dell’Auenerhof a Felice lo Basso dell’Alpenroyal di Selva di Val Gardena a Alois Haller della Fragsburg, e poi la Stube Einhorn di Mules, La Passion di Vandoies, Zum Lowen di Tesimo e . Da non dimenticare naturalmente quel fenomeno tutto particolare che è la Kleine Flamme di Vipiteno guidata con genialità da Burkhard Bacher. Nel complesso una gastronomia di altissimo livello che però non riesce a riscuotere lo stesso successo quando si prova a conquistare la città ma trova il suo territorio nei piccoli centri turistici e meno della provincia. Eccezion fatta per il Sissi a Merano. Una stella cittadina dell’Alto Adige. Ma in futuro chissà.

Il Trentino si conferma capace di grandi slanci ed eccellenze. Lo conferma anche l’edizione della guida Michelin 2013. Sette i ristoranti stellati con l’ingresso del Gallo Cedrone di Madonna di Campiglio che porta a due i locali con la stella nella bella località sciistica che sembra vivere anche gastronomicamente una seconda giovinezza. Confermata anche quest’anno la stella alla Stube Hermitage senza contare almeno altri due ristoranti che esprimono una cucina di alto livello in zona. Marco Masè, proprietario dell’Albergo Bertelli che ospita il ristorante Gallo cedrone, naturalmente felicissimo spiega così il fenomeno: «Il coronamento di un lavoro durato vari anni e di un forte investimento nella qualità complessiva dell’offerta alberghiera e turistica di Campiglio che ormai conta più di 40 alberghi da quattro stelle in su». Parole da sottolineare che sottendono una filosofia da rilanciare probabilmente anche nel resto della provincia. Mentre in Alto Adige la gastronomia cittadina langue non si può dire altrettanto del Trentino che con lo Scrigno del Duomo e Locanda Margon (a Ravina) vanta ben due stelle. Alfio Ghezzi ben rappresenta inoltre la nuova generazione di grandi chef trentini che si sono emancipati da un passato troppo provinciale e di basso profilo per ambire molto in alto. Stesso discorso per Alessandro Gilmozzi de El Molin di Cavalese straordinario inventore di poetiche partiture gastronomiche confermato dominus della cucina trentina di montagna, ma con afflato internazionale anche quest’anno. Molto bene, e stella confermata, per l’Orso Grigio di Ronzone e Malga Panna di Moena. Nel complesso un risultato soddisfacente pur di fronte a numeri non eccezionali, ma sempre superiori a altre importanti regioni. Di certo non mancheranno nei prossimi anni piacevoli sorprese. In tavola come sulle guide.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il dramma

Due giovani hanno perso la vita in due distinti incidenti in Alto Adige

Ieri, domenica 5 maggio, Raphael Wieland è morto a 14 anni lungo la statale a sud di Bressanone, in sella alla moto del padre (quest’ultimo rimasto gravemente ferito) in uno scontro con un’auto. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio Jakob Kahn di 20 anni si è schiantato con la sua vettura in Val Casies