Michele, mele e agritur in quel di Revò: «Si può»

Revò. A soli 21 anni si può svolgere già un ruolo di protagonista nell’azienda frutti-viticola famigliare quando si ha la fortuna di nascere in una famiglia leader della frutticoltura nonesa. E’ il...


CARLO BRIDI


Revò. A soli 21 anni si può svolgere già un ruolo di protagonista nell’azienda frutti-viticola famigliare quando si ha la fortuna di nascere in una famiglia leader della frutticoltura nonesa. E’ il caso di Michele Fellin, giovane frutticoltore di Revò, che fin dalla scuola superiore non aveva dubbi sul fatto che da grande avrebbe fatto il contadino nella splendida Terza Sponda dove ha sede l’azienda di famiglia. Si è diplomato perito agrario alla Fondazione Mach.

Con l’ultimo acquisto di Maso Forcola”, 4 ettari, l’azienda ha raggiunto i 13 ettari coltivati in parte a mele ed in piccola parte a ciliegie. Ma essendo Revò famosa anche per la sua viticoltura, non poteva mancare una parte coltivata a viti, un ettaro, sulle rive del lago di Santa Giustina. Un terreno scosceso lavorabile solo a mano. «La produzione viene incantinata nella cantina di famiglia aperta nel 2003, il vino viene invecchiato e le 5-6000 bottiglie che produciamo ogni anno vengono vendute direttamente ai privati o negli agritur di famiglia e nei ristoranti», racconta Fellin. Il vino prodotto non è solo Groppello, ma vengono coltivati anche Muller Thurgau e Traminer. E’ stato proprio con il Traminer che la scorsa settimana l’azienda Fellin ha vinto la medaglia d’oro al concorso internazionale “Mondial des vins extremes” indetto dal Cervin e svoltosi ad Aosta, un concorso riservato ai vini di montagna e prodotto in terreni sopra i 500 metri con una pendenza minima del 30% al quale l’azienda ha partecipato quasi per caso. Per la valorizzazione di questi prodotti l’altra sera a Maso Forcola si è svolta una degustazione –concerto con protagonista la violoncellista Elena Dardo, figlia del noto compositore bolzanino.

Ma anche i 12 ettari coltivati in larga parte a meli sono tutti proiettati verso il futuro: accanto alle classiche varietà Golden Delicious, Stark, Renetta Canada, Fuji, su suggerimento di Melinda negli ultimi anni sono state messe a dimora nuove varietà, Galant, Sweet Tango e Kizuri. La produzione di quest’anno, contrariamente al dato medio trentino che prevede un meno 8%, almeno fino a oggi si preannuncia molto bella e abbondante: «Forse supereremo il record dello scorso anno, e ad oggi non abbiamo avuto nè gelate ne grandinate».

Ma qual è stata la molla che le ha fatto fare la scelta del frutti-viticoltore?, chiediamo. «Sicuramente la passione per la terra e per queste colture in particolare», risponde Michele. Da inizio 2018 Fellin è titolare della nuova azienda agricola, acquistata dalla famiglia, un maso con casa d’abitazione destinata ad agriturismo. Questo gli ha permesso di presentare la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento aziendale, domanda che si è piazzata al secondo posto della graduatoria, è stata accolta ed è in attesa di liquidazione. Il resto dell’azienda è intestato al papà Damiano ed allo zio Marco. Ma anche il fratello Christian, 16 anni, è studente a San Michele e prenderà la sua strada. «Certo a vent’anni vi sono anche molti sogni nel cassetto, ma il mio primo sogno che è anche il mio desiderio è quello di portare a regime l’agriturismo che si trova nel mio maso», ci dice Michele. E il rapporto con l’ambiente? «Credo che noi produttori abbiamo una grossa responsabilità, per questo nella nostra azienda siamo molto attenti all’uso dei fitofarmaci, rispettando con grande scrupolo le regole della produzione integrata. Abbiamo pensato anche al biologico ma per ora non ne vediamo l’opportunità».

Michele è impegnato a livello locale anche nella Pro Loco, mentre c’è poco tempo per gli hobby: l’inverno qualche bella sciata e basta. La scelta di Michele è stata condivisa anche agli amici che l’hanno apprezzata perché conoscono la grande passione per l’agricoltura. In conclusione Fellin si esprime con ottimismo sul futuro della sua azienda anche perché con la viticoltura e l’agriturismo si è superata la monocoltura del melo, e l’interesse dei potenziali clienti per queste attività è molto.













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