Michele e Carlo, due vite tutte “in altezza” tra sport e lavoro

Trento. Per tutti era “Bicio”: un uomo che dell’aiuto al prossimo ne aveva fatto una ragione di vita. Michele Chinello, 51 anni, di Monselice, era infatti non solo un esperto alpinista ma anche un...



Trento. Per tutti era “Bicio”: un uomo che dell’aiuto al prossimo ne aveva fatto una ragione di vita. Michele Chinello, 51 anni, di Monselice, era infatti non solo un esperto alpinista ma anche un tecnico di elisoccorso, infermiere del 118 e istruttore sanitario con alle spalle decine e decine di soccorsi e interventi.

«Stava facendo quello che amava: arrampicare. È precipitato con un caro amico. Era uno dei nostri, del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto - CNSAS. Per noi, Bicio è stato prima di tutto un caro amico e un collega. Ci mancherai!», lo ricorda in un post su Facebook il Soccorso alpino nazionale.

«Non vorremo mai scrivere queste righe. La nostra famiglia oggi piange una grande persona. Michele aveva 51 anni, apparteneva al Soccorso alpino di Padova, era infermiere al Suem di Padova e fino allo scorso anno aveva turnato come tecnico di elisoccorso nella base di Verona emergenza. Ci stringiamo al dolore di sua moglie e dei suoi parenti. Porgiamo le condoglianze ai familiari del suo amico», scrivono dal Soccorso alpino e Speleologico del Veneto.

Con Carlo Gomiero c’era una differenza d’età di oltre vent’anni, eppure la voglia di esplorare e la passione per lo sport e la montagna era la stessa. Gomiero, di Villafranca padovana, si era laureato da qualche anno in Ingegneria meccanica nell’ateneo patavino, dove parallelamente aveva portato avanti anche altre due sue grandi passioni: la canoa e la vela. La prima, praticata a livello agonistico con la Canottieri Padova, aveva portato Gomiero nel 2007 a partecipare perfino ai mondiali junior a Pechino. La seconda, oltre ad essere uno degli sport praticati, lo aveva visto impegnato, nel 2011, come responsabile tecnico di un importante progetto: un team di studenti, coordinati da un docente, aveva interamente progettato e costruito l’imbarcazione a vela Aretè, prima al mondo ad essere realizzata in tutto e per tutto da universitari.

E poi la montagna, che unita alla passione per la cucina, coltivata negli anni, lo aveva portato proprio nel giugno scorso a lasciare il lavoro da ingegnere alla ditta di biciclette Campagnolo di Vicenza, dove era stato assunto nel 2017, per approdare al Rifugio Velo della Madonna, dove pur stando dietro ai fornelli, con una bella responsabilità, gli aveva regalato una vita tutta a contatto con cime e roccia.

Gomiero era un esperto alpinista: da due anni era istruttore di arrampicata per il Cai, il Club alpino italiano. La sua competenza tecnica e ingegneristica la metteva invece al servizio da un anno come membro del Centro di ricerca per l’alpinismo.

Nel suo curriculum Gomiero spiega di aver compiuto la scelta di andare a lavorare come cuoco in rifugio proprio per la voglia di inseguire e mettere insieme due passioni così forti. Anche la cucina, del resto, aveva fatto parte della sua vita: la famiglia fino al 2001 aveva gestito un noto ristorante a Taggì di Sotto, nel padovano, e lui portava il nome del fondatore dell’attività, suo nonno.

Gomiero, che lascia i genitori e una sorella, Arianna, da poco si era trasferito con la compagna, Anna, a Teolo, sempre in provincia di Padova.













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