Mercatini di Natale: la folla rimane ma non è più boom

Benoni di Maso Naranch: «Fatturato sceso del 30% Romani, milanesi e toscani in calo, aumentano i veneti»


di Claudio Libera


TRENTO. Altra domenica, altro fine settimana, l’ultimo prima di quello natalizio. Che contrariamente a quanto accadeva fino a pochi anni fa, non spegnerà le luci sui mercatini, che rimarranno accese fino al giorno della Befana. Ed anche ieri, come sabato, la folla ha preso Trento d’assalto da ogni dove, compreso il Treno Storico Speciale che, partito da Milano Centrale, ha avuto come meta Bolzano ma osservando una sosta pure a Trento. Ed oltre ai passeggeri scesi nel capoluogo, ad accogliere turisti e cittadini nella piazza Dante trasformata fino al 6 gennaio nel Villaggio dei bambini, la Banda Sociale di Aldeno per l’ultimo concerto itinerante dal momento a Dante a piazza Cesare Battisti. Folla, sole, tempo freddo – alle 8 si registravano 5 gradi sotto lo zero - il tutto ancora più vicino al clima natalizio, anche se l’assenza di neve, quella vera caduta dal cielo, inizia a creare un po’ più di qualche problema. Specie a chi “vive” di sciate e sciatori.

Al mercatino di piazza Fiera, tanta gente, col profumo del brulè, dei crauti ed il fumo dai paioli della polenta, a spandersi sin dalle prime ore di apertura. “Nel fine settimana si lavora come nella passata edizione – dice Lorenzo Benoni di Maso Naranch – forse un lieve calo si è registrato nel ponte dell’Immacolata; la concomitanza con la fiera ha sicuramente avuto la sua parte ma le cause sono altre”. Di cosa si tratti lo spiega senza enfasi ma con tanta concretezza: “Negli anni passati la clientela più interessata e ben disposta agli acquisti era quella di Roma, Milano, della Toscana, che secondo me quest’anno è venuta un po’ meno. In compenso sono aumentati i turisti veneti, vicentini in particolare e la differenza di gusti e di richieste è notevole”. E fornisce un dato concreto: “Ho la mania di conservare una specie di diario e rispetto al 2015, dico che la spesa media è scesa di circa 3 euro; dai 15 si è passati ai 12, con un calo del fatturato, sino ad oggi, di circa il 30%. I prezzi? In linea con quelli dell’anno precedente; ad esempio nel mio caso, su 30 prodotti biologici e naturali, solo due hanno avuto un aumento di 50 centesimi”. Lo scorso anno, inoltre i collaboratori alla casetta del Maso Naranch erano quattro, quest’anno anche in due si riesce a gestire la clientela.

Ma un aspetto Lorenzo Benoni lo sottolinea con piacere: “Durante la settimana si nota un aumento medio degli scontrini e soprattutto una nostra maggior disponibilità di tempo per illustrare prodotti e benefici. Il tutto a vantaggio della clientela. Inoltre, sempre secondo il nostro punto di vista, molta gente non torna a casa la domenica sera, mettendosi in fila per ore e prolunga il soggiorno al lunedì. Il mercatino comunque – conclude – ha sempre il suo perché e vale indubbiamente la pena partecipare, forse la pubblicità andrebbe indirizzata in maniera diversa”.

Ieri poi, per completare il quadro degli eventi popolari di mercato, la fiera della Festa d’oro o Domenica d’oro come veniva chiamata un tempo, quando i negozi aperti nel giorno festivo erano un fatto che faceva notizia. 120 le bancarelle disposte sul quadrilatero a nord di piazza Duomo, su via Belenzani, metà via Manci, via Roma e ritorno per via Cavour alla piazza con la fontana del Nettuno.

Il Consorzio Operatori Piazza Vittoria ha proposto ai frequentatori infreddoliti anche il concerto del Coro Tre Cime di Cimone, per un Natale in piazza Vittoria organizzato con Samnten Choling in collaborazione con Stella Verde Circolo Duomo, dove si è poi svolto il pranzo.













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