Menz&Gasser, via libera alla biomassa

Novaledo, sì del Comune all’ampliamento dello stabilimento: sarà usata legna locale e creati 30 nuovi posti di lavoro


di Marika Caumo


NOVALEDO. Ampliamento e centrale a biomassa, il Consiglio da la deroga alla Menz&Gasser, con le critiche della minoranza. Giovedì sera all'ex casa Zen, c'erano proprietà e tecnici dell'azienda agroalimentare e un folto pubblico. «Sarà un ampliamento consistente, il prodotto di 5 anni di lavoro», ha aperto il proprietario Matthias Gasser. L'azienda occupa 207 dipendenti, che saliranno di 30 dopo l'ampliamento. Negli ultimi 10 anni ha investito 50milioni di euro, altri 35 li investirà nei prossimi due anni. Produce 50 milioni di chili di marmellata, che si intende portare a 60-65 una volta terminato l'investimento. Nel 2013 ha fatturato 100milioni di euro.

Il progetto di ampliamento, illustrato dall'architetto Quaglio, prevede di raddoppiare lo stabilimento attuale, dai 15.750 metri quadri coperti attuali a 30.580. Dai 150mila metri cubi si passerà ad un volume di 330mila metri cubi. Saranno realizzati nuovi magazzini, la seconda linea di confezionamento vasi, laboratori, ampliati alcuni reparti. I parcheggi diventeranno 240 con accesso principale da via dei Campi. Previsti anche 7.500 metri quadri di verde, opere di mitigazione e tetti a verde. «Abbiamo fretta, vorremmo partire con la parte a nord già in autunno», ha spiegato il direttore Tamanini, anticipando che il secondo progetto, l'impianto di cogenerazione a biomassa, è funzionale al primo ed è in attesa del via libera del Gse. «All'estero l'energia elettrica costa il 40% in meno. Per essere competitivi dobbiamo coprire questo gap e abbiamo scelto questa strada. Riduciamo i costi e rispettiamo l'ambiente, avvicinandosi all'autosufficienza energetica», ha spiegato Gasser. A realizzarlo sarà la Novaledo Energia srl, controllata da M&G e di cui Gasser sarà l'amministratore delegato. «Motivi finanziari, non potevamo caricare di troppi debiti M&G» ha precisato Tamanini, rispondendo alle domande della consigliera Monica Tonini, che ha chiesto perché, a differenza della termica, l'energia elettrica prodotta venga ceduta alla rete. «Ce lo impone la norma, noi produciamo calore ed elettrica ma abbiamo bisogno della prima, è l'impianto ideale per noi. Con una resa dell'82%, riduciamo Co2 e costi».

L'impianto, progettato e in futuro realizzato da EcoVal&Co. srl, permetterà di dismettere tre caldaie a metano e produrrà 8 Mw di energia termica e 1 Mw di elettrica, consumando 18mila tonnellate di biomassa vergine l'anno. Di queste il 70% ovvero 12mila saranno fornite dalla vicina segheria che dista 300 metri, creando una filiera e riducendo i costi di trasporto. Il rimanente 30% arriverà da filiere dedicate: si stanno cercando accordi con le organizzazioni agricole per usare i numerosi terreni incolti vicini, dove piantare l'herbal crops, un ibrido del sorgo dall'alto potere calorico che produce 30 tonnellate l'ettaro. Garantendo redditività agli agricoltori.

Dal pubblico richieste su camino, emissioni e contenimento fumi. «In passato siamo rimasti scottati da vicende ambientali», si è detto. «Da 40 anni qui produciamo marmellate, non scorie radioattive. Questo impianto non è speculativo, serve a noi, anche per il marketing. E si brucia legna», la risposta di Gasser. Con Luciano Zeni, ex direttore di Acsm Primiero, che ha tranquillizzato sulle emissioni: la qualità dell'aria è migliore rispetto al metano. I dati saranno on-line, monitoraggio in continuo.

Al Consiglio spettava ieri la decisione sulle deroghe al Prg: in alcuni punti il nuovo stabilimento supera i 10 metri previsti, arrivando a 12 e 15 metri. Al termine del lungo incontro è arrivato il via libera, con l'astensione del gruppo guidato da Monica Tonini sull'ampliamento e il no sulla centrale, a causa del grave ritardo con cui è stato comunicata la convocazione del Consiglio e la messa a disposizione della documentazione. «L'informazione è stata fatta all'ultimo, in fretta e furia. Non ci convince», ha concluso.













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