POLITICA

Mellarini sarà segretario-assessore

L’assemblea degli iscritti abolisce l’incompatibilità. Lui annuncia: «Il mio non sarà il partito del leader ma dei territori»


di Chiara Bert


TRENTO. Tiziano Mellarini sarà il segretario dell’Upt continuando a fare l’assessore provinciale nella giunta di Ugo Rossi. Glielo consente la modifica dello statuto del partito approvata ieri dall’assemblea degli iscritti convocati all’aeroporto Caproni di Mattarello, ma dopo lo strappo di Lorenzo Dellai al congresso, l’Unione resta profondamente lacerata al suo interno. Ieri l’ex governatore, fondatore e leader incontrastato per quasi vent’anni della Margherita e poi dell’Upt, si è presentato in assemblea solo per votare, poi se n’è andato dopo aver concesso qualche battuta ai giornalisti e definendo «usurpatori» i suoi ex colonnelli: «Ma non faremo a nessuno il piacere di lasciare il campo libero», ha avvertito.

Tra i dellaiani c’è chi ieri in assemblea ha annunciato di avere pronto un ricorso in tribunale per contestare l’elezione di Mellarini alla segreteria. Intanto gli uomini del Cantiere civico dunque non escono dal partito che pure accusano di essere «mutato geneticamente» e di aver commesso una «palese illegittimità» cambiando ex post lo statuto.

Via l’incompatibilità. In una domenica di neve, è finita con 342 voti a favore, 140 contrari, 4 schede bianche e 3 nulle. L’assemblea degli iscritti ha cambiato lo statuto del partito là dove (articolo 17) stabiliva l’incompatibilità tra le cariche di assessore e segretario. Quel via libera chiesto al congresso da Mellarini, eletto segretario il 23 gennaio ma da allora «autocongelatosi» in attesa della modifica statutaria.

Mellarini: «Accettate il voto del congresso». Solo martedì, dopo l’incontro con i garanti dell’Unione, l’assessore accetterà l’incarico ma già ieri, in un breve discorso d’attacco pronunciato nell’hangar nord del Caproni allestito per l’occasione, Mellarini ha parlato da segretario: «Il voto del congresso si accetta», ha detto rivolto ai suoi avversari interni, l’ala dellaiana che contesta la legittimità della sua elezione e la modifica ad personam, ex post, dello statuto. «Se sarò segretario l’Upt non sarà il partito del leader, ma dei tanti leader che lavorano sui territori», ha scandito con evidente riferimento a Dellai. «Questa è un’assemblea legittima», ha rivendicato Mellarini facendo riferimento alle contestazioni e alla probabile coda del ricorso. Poi, sul piano politico: «Dobbiamo essere una forza politica vicina al popolo, per troppo tempo abbiamo dimenticato i nostri mondi, come la Cooperazione. Dobbiamo essere protagonisti della coalizione. Ma è qualcun altro che ha scelto di far parte di altre forze politiche - è la stoccata a Dellai - e ha voluto far credere che io volevo fondare un altro partito. Non è così, ma noi - è tornato a ripetere - rispettiamo le liste civiche perché nel civismo crediamo».

A chiedere «rispetto della linea politica uscita dal congresso» è la segretaria uscente Donatella Conzatti, anche ieri in prima fila all’assemblea: «Sì al dialogo - dice - ma nel rispetto. Siamo stufi di essere insultati in modo gratuito». Tra le colombe, l’assessore Mauro Gilmozzi ha difeso il civismo e il Cantiere dellaiano: «Ci siamo scontrati, adesso dobbiamo riprendere il cammino», ha detto, invitando tutti a pensare alla coalizione «che sta soffrendo». Insieme bisognerà trovare il modo di stare anche secondo Mario Tonina: «La gente non capirebbe chi se ne andasse per fondare un nuovo partito». E Pietro Degodenz ammonisce: «Smettiamola di parlare dei nostri problemi interni». «L’Upt è una squadra, e quando è tempo si va a canestro insieme», ha esortato il presidente Fabio Pipinato. Un appello che per ora cade ancora una volta nel vuoto.

 













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