Mellarini: nuovo stadio da 15 mila posti

L’assessore accelera sull’idea Mattarello: «Attirerà le grandi squadre e servirà per i concerti. Shop center e ristorazione»


di Chiara Bert


TRENTO. Se il patron del Calcio Trento, Mauro Giacca, lo vuole entro il 2021, anno del centenario della società che l’anno prossimo giocherà in Eccellenza ma già sogna la serie B, e il sindaco Andreatta apre con cautela all’ipotesi di trasferire lo stadio a Mattarello «a patto che ci siano dei privati disposti ad investire», chi preme decisamente sull’acceleratore è l’assessore provinciale allo sport Tiziano Mellarini. Che dice: «All’idea di togliere il Briamasco da via Sanseverino e di realizzare uno stadio di qualità, credo dai tempi in cui era sindaco Pacher. Ho letto con piacere le parole di Andreatta e oggi dico che non è più un sogno ma un progetto che può essere realizzato. Penso che ci sono sfide che vanno vinte, e una di queste è creare una cittadella dello sport tra Trento sud e Mattarello e una cittadella della cultura alle Albere».

Pubblico-privato. Per un’opera il cui costo potrebbe aggirarsi sugli 80-90 milioni di euro, la strada per dotare la città di un nuovo stadio, ha detto il sindaco, non può essere che quella del project financing, ovvero una sinergia tra il pubblico (che nel caso di San Vincenzo metterebbe l’area) e il privato (che costruirebbe l’opera in cambio di attività collaterali che gli garantiscano il rientro dell’investimento). Il presidente del Trento Calcio ha spiegato (Trentino di ieri) che il progetto è già instradato con grossi gruppi commerciali locali, interessati agli spazi shopping che lo stadio porterebbe con sè. Conferma Mellarini: «È il modello che molte altre realtà hanno seguito. Se Mauro (Giacca, ndr) si è speso, ha i suoi contatti. Se c’è un investimento la Provincia è disponibile a metterci risorse».

Arena da 15 mila spettatori con shop center. L’assessore indica in circa 15 mila spettatori la capienza ideale per la nuova arena: oggi il Briamasco ha 4000 posti a sedere. Un modello di riferimento per Mellarini è lo stadio della Juventus a Torino, inaugurato nel 2011, «naturalmente con le debite proporzioni visto che Torino ha oltre 800 mila abitanti e due squadre in serie A». «E non dimentichiamo - aggiunge - che ci sono opere come l’Allianz Arena di Monaco dove addirittura si si paga per visitare».

Nel nuovo stadio modello Torino troverebbero posto spazi commerciali («per la signora che si annoia col calcio e vuole fare shopping»), bar, ristoranti, spazi per le famiglie e i bambini. Insomma una vera e propria meta del divertimento.

Grande calcio e concerti. «Oggi uno stadio è un luogo multifunzionale che porta un indotto economico al territorio», incalza l’assessore. «Uno stadio da 15 mila persone non sarebbe naturalmente solo per il Calcio Trento e per il nostro tessuto calcistico che sta dando soddisfazioni e va curato, ma in estate attirerebbe le grandi squadre italiane e straniere. Penso al Bayern che in passato era disponibile a una sinergia ma mancava la struttura. Uno stadio sarebbe a disposizione dei grandi concerti pop (che oggi dirottano tutti su Bolzano o Verona, ndr) e degli eventi da migliaia di spettatori». Mellarini tratteggia una «cittadella dello sport», con parcheggi e servizi, che dal PalaTrento di via Fersina proseguirebbe con lo stadio e - perché no? - con il Caproni, «abbiamo Samantha Cristoforetti e l’aeroporto deve diventare un luogo da valorizzare».

Alle Albere la «cittadella della cultura». Se gli impianti sportivi fossero concentrati a sud della città, a nord lungo l’Adige, tra il cinquecentesco Palazzo delle Albere e il Muse progettato da Renzo Piano, una volta spostato il Briamasco resterebbe «un’area interamente dedicata alla cultura», spiega l’assessore che oltre allo sport ha anche la delega alla cultura. Da recuperare a nuova vita, dopo anni, ci sono anche le due «barchesse».

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