Maxi appalto Deloitte, sei indagati eccellenti

Chiusa l’inchiesta: sotto accusa per turbativa d’asta i vertici di Trento Rise ma nei guai c’è anche l’ex direttore generale della Provincia Dalmonego


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Si è chiusa con il botto l’inchiesta della Procura della Repubblica sulla maxiconsulenza da 7 milioni e 474 mila euro affidata dal consorzio pubblico per la ricerca e l’innovazione Trento Rise alla società di consulenza Deloitte Consulting srl. L’inchiesta di Guardia di Finanza e Carabinieri è coordinata dal Procuratore capo Giuseppe Amato e dai pm Pasquale Profiti e Alessia Silvi. La Procura nei giorni scorsi ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini a sei persone. Tra di loro spiccano nomi importantissimi della macchina burocratica provinciale. Gli indagati sono Ivano Dalmonego, 68 anni, ex direttore generale della Provincia autonoma, Fausto Giunchiglia, 57 anni, ex presidente di Trento Rise, Michele Debiasi, 47 anni, responsabile dell’ufficio legale di Trento Rise, Massimo Bonacci, 49 anni, responsabile della sede di Trento della Deloitte, Damiano Florenzano, 54 anni, avvocato, professore universitario e presidente della commissione aggiudicatrice, Antonio Pernice, 65 anni, membro della stessa commissione. I primi tre sono indagati ai sensi dell’articolo 353 bis del codice penale, ovvero turbata libertà di scelta del contraente e, in concorso con Dalmonego, per il reato previsto dall’articolo 353, ossia turbata libertà degli incanti. Florenzano e Pernice, infine, sono indagati per falso ideologico del pubblico ufficiale e hanno un ruolo secondario. Per l’accusa, avrebbero redatto e firmato il verbale di una riunione della commissione facendo figurare come presente Pernice, che, invece non c’era. Ovviamente siamo ancora alle ipotesi accusatorie tutte da dimostrare. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per depositare memorie o chiedere di essere interrogati. Poi la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio. Le accuse riguardano l’affidamento, tra il 2012 e il 2013, di una consulenza dal titolo: «Progetto di ricerca orientata, ricerca e sviluppo (pre commercial procurement) su modelli organizzativi e di processo abilitanti al trasferimento tecnologico e all'applicazione di soluzioni innovative» alla società Deloitte. Un titolo quantomai generico a fronte del quale l’ente pubblico si era impegnato a versare la metà del valore teorico di 7 milioni e mezzo. Solo successivamente, secondo l’accusa, l’oggetto di gara venne allargato alla riorganizzazione della Provincia. Per la Procura Giunchiglia, Debiasi e Bonacci avrebbero fatto di tutto per pilotare fin dall’inizio la gara per fare in modo che venisse vinta dalla Deloitte. Il primo passo sarebbe stata la scelta impropria dello strumento contrattuale del Pcp per arrivare a decidere il vincitore della gara. Infatti, il Pcp è stato ideato dalle norme europee solo per permettere all’amministrazione pubblica di ottenere un servizio innovativo e di costruirlo insieme a un partner privato. Una figura, secondo la Procura, lontana dalla normale consulenza. Questo avrebbe favorito la Deloitte. Infatti non è stata fatta una gara europea con avviso pubblicato sulla Gazzetta europea come si sarebbe dovuto fare. Non solo, come membri delle varie commissioni di gara sarebbero stati scelti amici o persone legate in vario modo agli indagati. Inoltre, i tre indagati avrebbero spinto affinché i membri della commissione escludessero la concorrente scomoda PNO Netherlands. Secondo l’accusa, poi Debiasi avrebbe costantemente tenuto informato Bonacci sull’andamento dei lavori. Giunchiglia e Debiasi, poi, avrebbero «confezionato ad arte» il verbale della commissione aggiudicatrice per gonfiare il massimale di spesa. In particolare, avrebbero fatto comparire il massimale di un milione di euro indicato dai componenti del consiglio direttivo di Trento Rise come relativo al solo 2013 e non a tutta la durata del Pcp. Così venne previsto un massimale di spesa di 3 milioni e 750 mila euro, su un totale di 7 milioni e mezzo, da destinare a Deloitte. La Provincia ha già liquidato 1.218.846 euro.

Dalmonego secondo l’accusa avrebbe fatto indebite pressioni su Giunchiglia. Poi sarebbe stato informato di tutti i problemi da risolvere e a lui sarebbe stato chiesto il benestare in relazione al costo eccessivo della gara. Secondo l’accusa avrebbe detto più volte che l’aggiudicazione doveva essere chiusa al più presto a favore di Deloitte e si sarebbe lamentato delle resistenze dell’allora segretario generale di Trento Rise Fernando Guarino. Infine, si sarebbe opposto ad abbassare i massimali di spesa richiesti da Deloitte.













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