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Mauro Gilmozzi candidato per la Magnifica Comunità

L'ex assessore provinciale torna in campo nella sua val di Fiemme: "Creiamo qui il polo delle foreste". No al nuovo ospedale a Masi, sì alla ristrutturazione del vecchio. L'11 dicembre si vota per eleggere i regolani


Gigi Zoppello


CAVALESE. Mauro Gilmozzi is back. Non in politica (“ho dato abbastanza, è un capitolo chiuso” ci aveva già detto un mese fa in una intervista), ma per la Magnifica Comunità di Fiemme che domenica 11 dicembre va al voto per eleggere i regolani.

E l’ex assessore provinciale è in corsa a Cavalese. Sabato era in piazza con il gazebo, ieri sera ha tenuto un comizio alla biblioteca di Cavalese e questa sera (6 dicembre) sarà a Masi, alla sala della scuola elementare. E in molti lo danno già come nuovo Scario. Il fatto è che la Magnifica è in crisi di identità ed immagine: la vicenda dei terreni di Masi e del Nuovo ospedale ha lasciato il segno, ha fatto dimettere i vertici, ha imbarazzato tutti per la trama di “segreti” e contatti sottobanco in una triangolazione con Fugatti e la Mak. A colpi di e-mail «segrete »ma che molti avevano visto.

Mauro Gilmozzi scende in campo e si apre uno scenario da “fanta-politica”: lui Scario, a fare i conti con un altro ex assessore provinciale ai Lavori Pubblici, Silvano Grisenti, che sembra assunto al ruolo di convitato di pietra ma anche di promoter nel favoloso project financing per il nuovo ospedale.

Sono soltanto scenari futuribili. Intanto c’è la Regola. «Mi sono messo a disposizione - dice Gilmozzi - perché altrimenti viene avanti il nulla».

E per spiegarlo si affida ad un programma concreto ed ambizioso. Con un punto centrale: il Polo provinciale delle Foreste. Dice Gilmozzi: «Nel Trentino i poli di specializzazione (meccatronica, agricoltura, biotecnologie, scienze umane) sono una realtà. Sarebbe un colpo importante se la val di Fiemme diventasse il Polo delle foreste. Assumendo la sostenibilità ambientale e la bellezza quali paradigmi di un nuovo sviluppo».

In questa terra di grandi lavoratori (La Sportiva, Eurostandard, Bioenergia, mettiamoci anche la Felicetti) la risorsa boschiva è un cuore pulsante: dalla gestione dei boschi, alla segheria, alla partita energetica, la tradizione millenaria si sposa a una visione.

Per Gilmozzi «è un momento cruciale: le professionalità ci hanno permesso di gestire bene il dopo Vaia, ma non il bostrico. I cambiamenti climatici fanno il resto. È questo il momento di gettare le basi per i prossimi vent’anni, perché la risorsa legno andrà incontro a valori di mercato minori. E non basta custodire la parte finanziaria, bisogna innovare e rilanciare con progetti innovativi». “Guardare oltre”, da sempre un pallino di Gilmozzi. E ora - a suo avviso - una vera e propria necessità.

Il programma di Gilmozzi non tralascia nulla: parla di rilancio culturale, della pinacoteca, della coesione di comunità. Parla di progetto di Comunità trilingue nell’idea di Raffaele Zancanella. Parla di molte cose, ed alla fine anche dell'ospedale: no alla delocalizzazione, no alla costruzione a Masi, sì alla ristrutturazione del vecchio ospedale delle valli di Fiemme e Fassa, già approvata e finanziata dalla giunta provinciale e poi accantonata. Una decisione «calata dall'alto e irricevibile».

Gilmozzi is back. Per ora alla Magnifica Comunità.

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