Marsilli Rovereto: Confidi paga gli operai

Tra poche settimane la cooperativa di garanzia anticiperà i sussidi



ROVERETO. I 58 operai del salumificio Marsilli, ormai in liquidazione, chiedono a gran voce gli stipendi arretrati. Avviata dal liquidatore Vanni Ceola la procedura per la cassa integrazione straordinara, sarà con tutta probabilità il Confidi ad anticipare, entro poche settimane, i sussidi. Lo assicura l'assessore provinciale all'industria Alessandro Olivi «impegnato giornalmente - afferma - a cercare di risolvere una situazione drammatica».
La strategia alla quale sta lavorando la Provincia è su tre livelli. Come premessa, Olivi però ribadisce quanto già detto in precedenti occasioni: «L'azienda ha perso tempo prezioso lasciando gli operai senza stipendio. Le procedure per la cassa potevano essere avviate ben prima dell'estate. E sia ben chiaro che sarebbe pericoloso il solo pensare che tanto, quando le cose vanno male, interviene sempre mamma Provincia. Sarebbe un atteggiamento, vale adesso come per il futuro, che deresponsabilizza gli imprenditori. E così non va, è un modo di comportarsi gravissimo».
Detto questo, il piano. «Con il Confidi si aprirà prestissimo un tavolo di lavoro - afferma - E l'indirizzo è che sia la cooperativa di garanzia ad anticipare i sussidi in attesa dell'erogazione della cassa integrazione straordinaria. Così facendo, in poche settimane i soldi arriveranno».
Secondo livello. «Con il liquidatore - sottolinea l'assessore - stiamo verificando la possibilità che la cassa integrazione ordinaria, chiesta ad ottobre e non autorizzata, venga congiunta alla cassa integrazione straordinaria che parte dai primi di gennaio. In questo modo si potranno recuperare gli ultimi mesi dell'anno con i relativi sussidi».
C'è poi un terzo livello basato sull'ordine del giorno approvato a metà dicembre dal consiglio provinciale all'unanimità. «Per attingere al fondo speciale per le aziende, istituito nel 2004 - sottolinea Olivi - ci deve essere un piano di rilancio industriale che, per adesso, non c'è. Quindi, dobbiamo mettere mano alla normativa per renderla più flessibile sulla scorta delle nuove situazioni che si sono determinate e che si possono creare».

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